Giorgia Soleri parla di un’aggressione subita a soli 21 anni da parte di una ginecologa, rivelando alcuni inediti dettagli del suo passato. L’attivista e influencer, in un’intervista al Corriere, ha raccontato di aver avuto un aborto a 21 anni e, come di consueto, mette a disposizione la sua voce per tutte le donne che si trovano nella stessa situazione. Ma anche per denunciare le difficoltà che spesso incontra chi decide di interrompere una gravidanza indesiderata.
“Sono andata in consultorio e sono stata aggredita dalla ginecologa, mi sgridò dicendo che noi giovani facciamo sesso senza precauzioni e usiamo l’aborto come contraccettivo, senza sapere nulla della mia storia”.
Spiega Giorgia Soleri. Il tutto, fa sapere, è accaduto quando viveva in Brianza:
”Un’assistente sociale indaga sulla tua famiglia per capire se ci siano traumi che ti hanno portato ad abortire con domande violente e invadenti a cui non vorresti rispondere poiché, qualsiasi sia il motivo della scelta, l’aborto è un diritto”.
Giorgia Soleri, l’aggressione e il diritto di abortire
Ci sono donne che abortiscono senza senso di colpa, è ingiusto obbligarle a vivere questa esperienza in modo traumatico quando è possibile accompagnarle. Per sette giorni devi soprassedere, non puoi abortire, è come se lo Stato dicesse:
“Ti permetto di fare questa cosa brutta, tu vai in castigo sette giorni, pensaci, se hai ancora il coraggio di farlo, va bene”.
La malattia di Giorgia Soleri
Soleri racconta che la diagnosi di vulvodinia è arrivata «il 2 settembre 2020. La sue mamma ha avuto tre volte il cancro e ogni diagnosi è stata difficile. Per chi soffre di vulvodinia, endometriosi, fibromialgia, cistite interstiziale dare un nome alla malattia è una liberazione perché si passano anni a dire di avere certi dolori, senza sapere cosa siano. Il 99 per cento delle persone, tra amici familiari e personale medico, crede che la persona non abbia nulla. Si viene delegittimati del proprio dolore.
Sara Mellino