A pochi giorni dal ballottaggio per le comunali di Verona il 26 giugno tra Sboarina e Tommasi, a sorpresa il vescovo Zenti si schiera. La dichiarazione è tratta da una lettera ai diocesani di San Zeno del 18 giugno, e invita a “individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta da Dio“. Subito da rimodulare però l’essenza della dichiarazione del monsignore, che spiega come sia compito degli ordinati “segnalare presenze o carenze di valori civili con radice cristiana”. In linea con la sua opinione storica, l’avvertenza del vescovo appare come un tentativo di mobilitare l’elettorato in una direzione specifica.

Zenti: “Attenti alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia del gender, dal tema dell’aborto e dell’eutanasia”

Il vescovo Giuseppe Zenti – Photo Credits diocesiverona.it

A seguito di un inaspettato ballottaggio in una delle roccaforti del centrodestra in Italia, Verona è chiamata al ballottaggio come altre città della Penisola. La voglia di “cambiare pagina” del candidato del csx Damiano Tommasi, ex calciatore, si legge nel 39,77% di consensi ottenuti lo scorso 12 giugno. Dall’altra parte, il sindaco uscente Federico Sboarini, sostenuto da Lega e Fratelli d’Italia, si è mantenuto al 32,7%. Dunque decisiva l’assenza, nella coalizione di cdx, di Forza Italia, decisa nel sostenere l’altro candidato, Flavio Tosi. In questa direzione dev’essere probabilmente letta la missiva di monsignor Zenti: un tentativo di riunire il centrodestra attraverso la carta vincente dei valori conservatori.

Valori che sono “la famiglia voluta da Dio, non alterata dall’ideologia del gender, al tema dell’aborto e dell’eutanasia“. Parole chiave, queste, spesso rilanciate dai leader nazionali di Lega e Fratelli d’Italia, fatte proprie da monsignor Zenti. Nella lettera, continua il vescovo, si delinea il compito degli uomini di chiesa, ovvero “non schierarsi per partiti o persone, ma segnalare presenze o carenze di valori civili con radice cristiana“. Continuando, sottolinea “il tema della disoccupazione, l’attenzione alle povertà, alle disabilità, all’accoglienza dello straniero, ai giovani, alla scuola cattolica, a cominciare dalle materne“.

Oltre le comunali di Verona: “le frontiere prioritarie” del vescovo Zenti, tra moderatismo e reazione

In quella che si potrebbe considerare una chiara scelta politica, va tuttavia messa in luce la natura già fortemente polemica e provocatoria delle posizioni del vescovo. Già nel 2018 si era lanciato, in un omelia nel giorno di San Zeno, contro la “propaganda gender”. Caso che era valso gli onori delle cronache riguarda invece Halloween, bestia nera del vescovo Zenti, che ha definito la festività anglosassone “una follia irrazionale e viscerale“. Menzione d’onore si merita la sua dichiarazione in merito al ddl Zan: “Con questa legge c’è il rischio di bavagli, se non di carcere: sono residuati da Gestapo“.