Marc Chagall è stato uno degli artisti più originali e influenti della Scuola di Parigi dei primi anni del ‘900, nonché dell’arte contemporanea in generale. Nacque a Lëzna, una cittadina della regione di Vicebsk, oggi in Bielorussia, nel 1887, da famiglia ebraica. Molto legato alle sue origini, l’artista non negò mai la nostalgia provata verso il suo paese d’origine. Le opere del periodo parigino (1910-14) presentano infatti soggetti e usanze provenienti dalla cultura yiddish e luoghi legati all’infanzia dell’artista.
La Parigi dei primi anni del XX secolo e la pittura di Chagall
Quando l’artista giunse a Parigi nel 1910 la nostalgia non fu l’unica emozione provata dall’artista. Il fervido clima artistico della capitale francese lo affascinavano moltissimo. Infatti, pur estraneo alla lingua e alle usanze locali, riuscì ad inserirsi perfettamente nella vita locale. La città era inoltre il centro delle nuove conquiste in campo artistico, dalle quali Chagall non rimase indifferente.
La sua è infatti un’arte aperta a tutti i linguaggi moderni e internazionali, ma anche indipendente e fatta di richiami ad un’arte locale più lontana e tradizionale. Un perfetto esempio di confluenza di questi sopracitati linguaggi è rappresentato molto bene dall’opera Alla Russia, agli asini e agli altri (immagine in evidenza) del 1911-12. Le figure squadrate, chiaro richiamo all’arte cubista, posseggono cromie di matrice fauvista. Queste, si stagliano su uno sfondo scuro apparendo sospese in uno spazio indefinito. L’osservatore si trova come immerso in un mondo onirico, fatto di un linguaggio semplice e popolare tipico della tradizione russa.
Marc Chagall e il teatro: da Mosca a Parigi
Dopo un breve soggiorno dell’artista a Berlino nel 1914, durante il quale Herwarth Walden organizzò presso la propria galleria Der Sturm una personale dell’artista, fece ritorno a Vicebsk. Nel 1917 aderì con entusiasmo alla rivoluzione russa ed in breve divenne commissario del popolo per le arti. Dal 1919 lavorò per il Teatro Ebraico di Mosca per il quale dipinse sette grandi tele ad ornamento degli interni. Ritroviamo ancora la matrice onirica e, i personaggi, scanditi da una linea semplice e pulita, sembrano i soggetti di un sogno di cui l’osservatore è reso partecipe.
Dopo aver fatto ritorno in Francia negli anni venti, eseguì una serie di incisioni per il romanzo di Gogol’ Le anime morte, in cui i temi tanto cari a Chagall si affiancano a motivi biblici. Costretto ad emigrare negli Stati Uniti a causa dell’antisemitismo nazista tornò in Francia nel 1947. Negli anni sessanta gli venne commissionata la decorazione della cupola dell’Opéra Garnier di Parigi, capolavoro dell’artista. Qui, tramite il suo inconfondibile stile, omaggia alcuni tra i più grandi compositori della storia, da Mozart a Beethoven, da Verdi a Bizet, e poi ancora, Gluck, Adam, Musorgskij, Čajkovskij, Stravinskij, Ravel, Debussy, Rameau, Berlioz e Wagner.
Riccardo Malarby
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