Gran finale per lo “Sponz Fest”, lo scorso 27 agosto con il concerto “Tutti In Una Notte”, che ha visto sul palco insieme a Vinicio Capossela ideatore del festival, amici e colleghi come Giovanni Truppi, Mara Redeghieri, Micah P. Hinson, John De Leo, Pietro Brunello, Edda e Davide Ambrogio.

La decima edizione del festival partito il 21 agosto si è tenuto nell’Alta Irpinia: il tema al centro della kermesse è stato il rapporto tra cultura e coltura. Musicisti, artisti e personalità del mondo della cultura attraverso concerti, laboratori, incontri e percorsi sonori tematici hanno esportato il tema portante della manifestazione. Sponz Coultura vuole ragionare sull’idea del coltivare: coltivare la terra, ma anche le idee, i pensieri, il senso civico. Sul significato del nome è intervenuto il direttore artistico Vinicio Capossela:

Sponz Fest 2022, volge al termine la decima edizione del festival ideato da Vinicio Capossela

Sponz Fest, il concerto finale con Vinicio Capossela, Truppi, Hinson  - Ph © Chiara Lucarelli
Sponz Fest, il concerto finale con Vinicio Capossela, Truppi, Hinson – Ph © Chiara Lucarelli
Sponz Fest, il concerto finale con Vinicio Capossela, Truppi, Hinson  - Ph © Chiara Lucarelli

Il verbo sponzare viene dall’azione della spugna che, una volta 
inzuppata, ammorbidisce e rigenera. Prosegue Capossela. Così è il corpo di gruppo che da sponzato perde rigidità, forma e spigoli, e assorbendo dilata e accoglie e rimette in circolo.

L’artista si è espresso anche a riguardo degli obiettivi ed il tema dell’edizione 2022

Per questo 2022 ci siamo posti il tema del coltivare, nella doppia accezione di cultura e di coltura. Da cui la O che si incontra con la U, come ha declinato graficamente da par suo Jacopo Leone, diventando una specie di pittogramma cornuto che è il simbolo dell’edizione. Ragionare su cultura e coltura è ragionare su di cosa siamo fatti, su cosa mangiamo e su cosa coltiviamo. Sul rapporto con la terra, con le risorse della terra e anche con le nostre. Su cosa consumiamo e su cosa lasciamo. Su cosa coltiviamo e cosa corrompiamo.

Sponz Fest, il concerto finale con Vinicio Capossela, Truppi, Hinson  - Ph © Chiara Lucarelli
Sponz Fest, il concerto finale – Ph © Chiara Lucarelli
Sponz Fest, il concerto finale con Vinicio Capossela, Truppi, Hinson  - Ph © Chiara Lucarelli
Sponz Fest, il concerto finale – Ph © Chiara Lucarelli

L’Italia è infatti un paese di paesi emersi dal mare della coltura della terra. L’ agricoltura intensiva, il consumo del suolo, l’emergenza climatica e lo spopolamento delle aree interne stanno però cambiando profondamente il paesaggio naturale e umano del mondo in cui viviamo. Partendo da queste e altre tematiche affini – lotta allo spreco alimentare, salvaguardia della biodiversità, forestazione e deforestazione – Sponz Coultura propone una riflessione sul nostro stile di vita e sulla sua sostenibilità, lavorando in sinergia con chi il territorio lo vive e lo tutela ogni giorno.

Sponz Fest più che un festival è uno spirito, un modo di esperire forme di comunità mobile. Ecco perché, dopo la felice esperienza nel 2021 alla Pietra di Bismantova, lo Sponz Fest è tornato ad allargare i propri confini proponendo a luglio due giorni di conversazioni, escursioni, concerti e letture in Emilia Romagna, a Sogliano al Rubicone. Una sorta di anteprima del fest per creare un ponte tra luoghi appenninici. Questo spirito cerchiamo di sollecitarlo a mezzo della musica, ma anche del cibo, del bere, del ballo e soprattutto dell’incontro in intersezione con il paesaggio naturale e di natura umana, conclude il direttore artistico.

Le immagini sono a cura di © Chiara Lucarelli

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