Stando a un recente studio dell’Ircaf, Istituto Ricerche Consumo Ambiente e Formazione, in due anni si è raggiunto quasi il 200% dei rincari nelle bollette del gas, e ottobre potrebbe segnare un nuovo record dei costi. Confrontando i prezzi degli idrocarburi degli anni precedenti, gli attuali 200€ a megawattora superano abbondantemente i 39€ pagati mediamente nel 2020 e i 125€ del 2021. L’ipotesi dell’Istituto è quanto mai realistica, dato il continuo stallo nella fornitura e la recentissima chiusura completa del gasdotto Nord Stream. “Interventi del governo insufficienti. Il nuovo governo che uscirà dalle elezioni del 25 settembre dovrà di nuovo intervenire”. Intanto la Germania si prepara a ridurre i suoi consumi del 20%.
Il prezzo del gas continua ad aumentare e l’Ircaf avverte: “nuove misure o aumenti insostenibili per le famiglie”
E’ del 175%, stando all’Ircaf, l’aumento complessivo del prezzo in bolletta del gas in soli due anni: le cause, per quanto ormai note, sembrano lontane e irrilevanti, di fronte al prezzo che appare ormai aver superato ogni record precedente. A pagarne il prezzo (elevatissimo) sono le famiglie e le imprese, che denunciano sempre più spesso l’irrilevanza delle misure governative. A unirsi al coro anche il Centro Studi Ircaf, che a seguito di un confronto tra i costi all’ingrosso e il prezzo di mercato corrente ha calcolato quanto ogni famiglia si troverà, in media, sulla bolletta del gas: 1.344€, un incremento di circa 713€ rispetto al prezzo medio dell’anno scorso, ovvero del 140%. Se aggiungiamo al gas la componente energia, ecco che il totale sale a 3.545€: un prezzo decisamente esorbitante per molte famiglie.
“Nonostante l’intervento del governo con l’ennesimo decreto Aiuti bis del 6 agosto, il quadro che si prospetta è questo”, stando al Centro Studi. L’Ircaf afferma infatti che i 52 miliardi di euro delle misure del governo Draghi non bastano a calmierare i prezzi della bolletta del gas e a garantire, se non i consumi (che dovrebbero essere coperti dalle scorte nazionali), almeno l’abbordabilità dei costi degli stessi. A spaventare i consumatori e le famiglie si aggiunge l’inflazione, in aumento lento ma costante, che potrebbe raggiungere, in Italia, il 10% proprio nella stagione autunnale, seguendo il trend europeo che si assesta oggi al 9,8%. Un insieme di circostanze che non favoriscono certo né le certezze delle famiglie né tanto meno i mercati. Una tempesta che però potrebbe avere delle contromisure.
Il ministro dell’Economia tedesco Habeck: “se tagliamo del 20% il consumo di gas, riusciremo a superare l’inverno con le misure annunciate”
In Germania, dove si prospetta un inverno naturalmente più freddo che nella Penisola, il ministro dell’Economia del governo “semaforo” tedesco si mostra positivo. “Non c’è rischio che la Germania resti senza gas“, ha affermato recentemente, e riferendosi al prospettato taglio dei consumi ha aggiunto che “è tanto, ma è necessario il contributo dell’industria e dei consumatori privati“. Il richiamo all’unità nazionale del ministro dei Verdi, per arginare la carenza di metano è una cosa, il freddo, tuttavia, un’altra. C’è però da riconoscere che ormai metà dei fornitori di gas in Germania è Norvegese, Danese, Finlandese: l’altra metà rimane però in mano russa. Intanto, anche a Berlino si pensa ai rigassificatori e a nuove misure per “superare l’inverno”.
Alberto Alessi
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