La malattia “che tieni nascosta, che infliggi a te stesso perché la tua autostima è al minimo, perché pensi di non valere nulla” è la bulimia nervosa. Ha fatto soffrire per anni Lady Diana e come lei moltissimi soprattutto tra i ragazzi. La principessa, all’epoca, vinse la vergogna e riuscì a parlarne apertamente. Ma come si può aiutare chi soffre di un disturbo alimentare?

Lady Diana raccontò cos’è la bulimia nervosa in pubblico

Photocredit: intouchweekly.com

I disturbi alimentari sono diffusissimi soprattutto tra gli adolescenti, nonostante le testimonianze di chi ha rotto il silenzio e si è fatto avanti raccontando la propria storia. Tra questi c’è anche l’amatissima Lady Diana, che raccontò di come la bulimia nervosa le avesse distrutto la vita. Ma come si manifesta la malattia e come possiamo offrire sostegno a chi ne soffre?

Dopo averne sofferto per anni, la principessa ha vinto la vergogna e il timore della reazione del pubblico e ne ha parlato apertamente. Difficile rispondere alla fatidica domanda: perchè? La pressione mediatica e il fidanzamento rovinoso con il Principe Carlo che l’ha fatta sentire “inadeguata in ogni modo possibile” hanno sicuramente fatto la loro parte.

Le aspettative su un matrimonio che si è rivelato essere una trappola di angoscia e solitudine non le hanno risparmiato il doversi presentare sorridente ad ogni evento, anche se c’era chi notava l’eccessiva magrezza che si intravedeva dai lunghi abiti. Una volta svelato il mistero è stata lei stessa a dichiarare di aver voluto nascondere il problema il più possibile “Quando soffri di bulimia ti vergogni profondamente di te stesso, arrivi a odiarti e la gente pensa che tu stia sprecando del cibo, quindi non ne parli con nessuno”. Ma parlarne invece è stata la scelta giusta, non solo per lei ma per tutti coloro che ha spinto a chiedere aiuto.

La bulimia nervosa “è una malattia che tieni nascosta, che infliggi a te stesso perché la tua autostima è al minimo, perché pensi di non valere nulla”. È proprio l’età in cui l’autostima vacilla di più ad essere quella più colpita, anche in Italia i dati parlano chiaro: sono i ragazzi tra i 15 e i 19 anni a soffrirne di più. I comportamenti più diffusi: ingerire più cibo di quanto il corpo necessita rigettandolo poco dopo, fare esercizio fisico esagerato, seguire una dieta ferrea e usare eccessivamente lassativi.

Ma come si fa ad aiutare? Prima di tutto è importante osservare chi ci sta intorno, notare i comportamenti tipici (come l’andare sempre in bagno subito dopo mangiato) che potrebbero essere sintomi che qualcosa non va. Chi ne soffre deve sentirsi capito e a proprio agio e deve sapere di poter contare sull’aiuto di chi gli sta intorno, quindi il giudizio è off limits. Una volta guadagnata la fiducia, si può provare a offrire supporto emotivo ed eventualmente indirizzare la persona verso un aiuto psicologico professionale.

Francesca De Fabrizio

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