Un taglio all’altezza della gola sui resti di Saman, il segno di violenza più evidente trovato sui resti umani che si ritengono essere di Saman Abbas, la 18enne pakistana che sarebbe stata uccisa nella primavera del 2021 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. È quanto emerge dall’autopsia in corso al laboratorio Labanof di Milano nell’ambito dell’incidente probatorio disposto dalla corte di assise di Reggio Emilia. Sotto processo i familiari della ragazza, che la avrebbero assassinata a causa della sua opposizione a un matrimonio combinato.

Lo evidenzia parlando con i cronisti l’avvocato Riziero Angeletti, parte civile nel procedimento con l’Unione delle Comunità islamiche in Italia, che ieri ha partecipato all’esame autoptico sui resti trovati in un casolare il 18 novembre scorso.”Da questo primo esame parziale ma certamente importante ne è derivata una considerazione sulle modalità di esecuzione dell’uccisione della ragazza – ha detto l’avvocato al microfono di Rainews24 – che forse non corrispondono a quelle che pensavamo fino ad oggi e certamente sono più atroci”.

Tuttavia – da quanto appreso – serviranno gli esami istologici sui tessuti per accertare se la giovane sia stata sgozzata e uccisa o il taglio sia stato fatto post-mortem. Alle attività, dirette dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo e in corso dal primo pomeriggio, hanno partecipato oltre i periti, nominati dai giudici, anche i consulenti nominati dalle parti, ovvero la Procura, gli imputati e le parti civili, tra cui l’associazione Penelope e l’Ucoii. 

I resti erano stati trovati in un casolare abbandonato di Novellara su indicazione dello zio della ragazza, Danish Hasnain, indicato come uno degli autori materiali dell’omicidio.