Oltre 30 civili sono stati uccisi in un monastero in Birmania nello stato di Shan. L’esercito ha bombardato il villaggio e poi massacrato gli abitanti.

Video della milizia ribelle mostra i corpi massacrati

Monaci buddisti birmani – Ph Credit ANSA

Oltre 30 sono le persone uccise in un monastero in Birmania durante un attacco della giunta militare. A riferirlo è la BBC che cita la milizia ribelle dei Karenni. Secondo quanto riportato dall’ANSA sabato il villaggio di Nan Nein è stato bombardato dall’aviazione dall’esercito e poi l’artiglieria ha giustiziato i civili che si erano nascosti in un monastero.

Finora la conta dei morti è di 30 persone, tra queste anche 3 monaci. In un video reso noto dalla milizia ribelle si mostrano almeno 20 corpi a terra, tra questi alcuni indossavano la tipica veste arancione dei monaci buddisti.

I cadaveri mostrano i segni delle ferite d’arma da fuoco e dal video si intravedono anche le pareti del monastero piene di fori di proiettile. Alcuni edifici e case circostanti sono stati bruciati in quello che, secondo la milizia dei ribelli Karenni, è stato l’attacco dei militari al villaggio.

Le prime testimonianze

Un portavoce della milizia dei Karenni, citato dal quotidiano locale Kantarawaddy Times, ha riferito:

È stato come se i militari li avessero fatti allineare davanti al monastero e avessero sparato a bruciapelo contro tutti, compresi i monaci.

I Karen sono una delle tante etnie presenti in Birmania. Da oltre 30 anni, 120 mila Karen vivono sparsi tra circa dieci campi stanziati lungo il confine tra Birmania e Thailandia. Tra questi si distinguono dei gruppi armati che da anni chiedono la creazione di uno stato federale e tutele per la loro gente.

Negli ultimi anni in Birmania sono avvenuti sempre più scontri mortali tra l’esercito e vari gruppi di resistenza armata, l’inizio delle stragi coincide con la presa del potere della giunta con un colpo di stato avvenuto due anni fa. Alcuni tra i contrasti più sanguinari si sono verificati nello Stato birmano di Shan, al confine con la capitale Naypyidaw e con la Thailandia.

Simona Alba

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