Questo sesto episodio di The Mandalorian riporta al centro della narrazione le figure di Din Djarin e Grogu. A fare da padrona, però, è Bo Katan, ormai vera protagonista della serie e vero punto di forza della stagione. L’episodio è ben costruito e riesce a mantenere vivo l’interesse, anche grazie ad una costruzione investigativa ben strutturata. Peccato per la trama orizzontale, poco esplorata se non sul finale ma in modo molto marginale e assolutamente non coeso.

The Mandalorian stagione 3: tra camei e droidi

The mandalorian stagione 3: Jack Black nel suo cameo

Questo terz’ultimo episodio di The Mandalorian ci mostra l’inizio della missione di Mando e Bo Katan, ovvero la riunificazione di Mandalore. E il convincere i mandaloriani che hanno abbandonato il credo, di conseguenza. Facciamo la conoscenza proprio di uno di questi gruppi, guidato da Axe Woves, che fa sostanzialmente da milizia privata per un pianeta chiamato Plazir-15. Qui i nostri protagonisti incontrano il governatore, interpretato da un fantastico Jack Black, che ha un problema con dei droidi difettosi. Din e Bo Katan iniziano ad investigare, trasformando la puntata in un giallo. Dopo un inseguimento e aver parlato con dei droidi, scoprono che dietro il tutto c’è il commissario e controllore della sicurezza dei droidi, interpretato da Christopher Lloyd, nel secondo cameo di puntata. L’episodio si conclude con la sfida di Bo Katan nei confronti di Axe, per convincere l’intero gruppo ad unirsi al piano di rinascita di mandalore. In un gesto che era chiamato fin dalla scorsa stagione, Din consegna la Darksaber a Bo.

Questa soluzione per risolvere la questione della spada risulta quanto mai sbrigativa: per proprietà transitiva, Bo è la legittima proprietaria della spada in quanto ha sconfitto un nemico che ha sua volta aveva sconfitto Din Djarin. Un escamotage sicuramente intelligente, ma fin troppo veloce nella realizzazione. Sembra quasi che si dovesse risolvere la questione per esigenze di trama, cercando la soluzione più indolore possibile e che occupasse meno tempo di screentime. Ecco, il problema di questo episodio si pone proprio qui. Nonostante la puntata in sé sia valida e la parentesi da giallo investigativo riesca a mantenere alto l’interesse e la tensione dello spettatore, prende sicuramente troppo spazio. La trama orizzontale di stagione ha un risvolto solamente nell’ultimo atto. In un momento oltretutto che sembra veramente troppo distaccato da ciò che era stato mostrato prima. Non vi è soluzione di continuità, sostanzialmente. La carne messa al fuoco dell’episodio 5 non viene menzionata. E non sarebbe un problema se fossimo alle prime battute della serie, ma ci troviamo praticamente alla fine. E la nuova funzione di Bo Katan con la Darksaber non basta a giustificare un episodio che, ancora una volta, ferma la narrazione. In ogni caso, la parte centrale presa a sé è buona e pone delle questioni interessanti a livello politico, con le idee separatiste e quelle della nuova repubblica a confronto. I camei danno sicuramente un mezzo punto in più all’episodio.

Trama verticale e trama orizzontale

Abbiamo superato il giro di boa di questa terza stagione di The Mandalorian, con un sesto episodio che ci proietta verso le due puntate conclusive. Un episodio, questo, riuscito per la sua trama verticale, un po’ meno per quella orizzontale. Tornano centrali Mando e Grogu e, in particolare, Bo Katan, ormai vera protagonista della serie. Riusciranno solamente due episodi conclusivi a chiudere il cerchio di una stagione fino ad ora molto sotto le aspettative?

Alessandro Libianchi

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