Continua lo scontro tra governo e opposizioni sul decreto Cutro di cui oggi partirà la discussione in Senato senza il si in Commissione Affari Costituzionali. Al centro della querelle il problema dell’abolizione della protezione speciale e lo stato di emergenza voluti dal centro destra. Senza questo meccanismo molti immigrati potrebbero intasare i tribunali facendo appello sull‘articolo 10 della nostra costituzione e l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo per vedere tutelati i propri diritti una volta diventati irregolari con il rischio di essere espulsi.

Il decreto Cutro e l’abolizione della protezione speciale

Oggi si discute in Senato il decreto Cutro e l'abolizione della protezione speciale, fonte quotdianonazionale.net
Protezione speciale, fonte quotidianonazionale.net

Due mesi fa io dissi al governo che si rischiava una emergenza. Il governo mi disse che non c’era alcun rischio. Una settimana fa hanno decretato addirittura lo stato di emergenza nazionale: dopo quella, cosa chiamano, l’esercito?“, ha detto, come si legge sull’Ansa, il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. È il grido contro il governo delle opposizioni per cui se dovesse venir meno la protezione speciale, prosegue Bonaccini, “rischieremmo di trovarci tutte queste persone per strada e a quel punto la responsabilità ricadrebbe direttamente sul sindaco”. Opposizioni che oggi ancor di piu si faranno sentire visto che in Senato è prevista la discussione per la conversione in legge del decreto Cutro. Un fatto che verrà, i blocchi continui dell’opposizione, senza un si della Commissione Affari Costituzionali.

Il dibattito è tra il governo che vorrebbe abolire la protezione speciale considerata un meccanismo che aumenta a dismisura gli accessi facili nel nostro paese e le opposizioni che vorrebbero invece venga tutelato il meccanismo. Quella della protezione speciale è ,inoltre, un provvedimento legale vincolato a stretto giro a quanto sancito sul diritto d’asilo dall’articolo 10 della nostra Costituzione e quanto stabilito dall‘articolo 8 della Cedu, la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che sancisce il diritto a tutelare la propria vita privata e familiare. Vincoli che, spiega a Il fatto quotidiano l’avvocato e socio dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi),Livio Neri, “rimangono, e se viene meno il percorso della protezione speciale sarà l’autorità giudiziaria a riconoscere gli stessi diritti, come già accaduto in passato”.

S’intaseranno i tribunali

“La stragrande maggioranza degli aspiranti alla protezione speciale sono ex richiedenti asilo o persone che non hanno potuto rinnovare il permesso per lavoro, magari entrare coi decreti flussi” continua Neri parlando di persone per cui “negli ultimi due anni la protezione speciale è stata lo strumento per regolarizzare chi è qui da anni, ha un radicamento e ha già lavorato o lavora più o meno stabilmente”. Senza questo meccanismo si crea un vicolo cieco senza uscite che non ha nulla a che vedere con gli sbarchi. Molti migranti, prima considerati regolari, diventeranno irregolari e per questo invocheranno in tribunale l’articolo 10 della Costituzione e l’articolo 8 della Cedu che sono vincoli per cui sarà impossibile la loro espulsione come voluto dal centro destra.

Per questo il peso ricadrà nuovamente, dopo il rinvio dei tribunali, sull’autorità amministrativa che, con la nuova normativa, spiega Neri, “non adotterà una decisione consona, a intervenire sarà ancora una volta l’autorità giudiziaria”. La soluzine allora potrebbe essere un generico permesso d’asilo che però, conclude Neri, “è un peggioramento, perché significa dare a persone che non possiamo espellere uno status meno definito, che non fissa in modo altrettanto chiaro diritti e doveri del titolare”.

Stefano Delle Cave

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