Dopo un primo episodio piuttosto tiepido, The Idol porta avanti, con questa seconda puntata, un dualismo che sarà il cardine narrativo della serie. Il confronto, per ora impari, tra l’entourage e la figura di Tedros. E la contrapposizione si gioca sia su vari livelli di interpretazione, sia a livello narrativo, con una inevitabilmente più debole dell’altra. Il secondo episodio di The Idol cavalca ancora l’onda di un voyeuristico piacere nel dolore, senza mai sembrare di affondare le unghie nel conflitto interno di Jocelyn e in quelli esterni con chi gli gravita attorno. Un episodio che, quindi, non si allontana dal primo come temi e mood generale. Il problema vero è che la miniserie ha soli cinque episodi. ed era forse questo il momento di premere sull’acceleratore, al netto di elementi di certo positivi.

The Idol: status symbol

The Idol
The Idol: Tedros (Abel “Makkonen “The Weeknd” Tesfaye) in una scena della puntata

L’episodio riparte praticamente dalla mattina successiva a dove ci aveva lasciato il precedente. Jocelyn, in una notte di fuoco con Tedros, ha inciso un nuovo pezzo, con cui vuole sostituire quello in procinto di uscire. Ovviamente, l’etichetta non è d’accordo e, in un dialogo molto forte, mette Joss a confronto con le sue insicurezze e le aspettative che il mondo della musica ha su di lei. La narrazione si sposta subito sul set del nuovo videoclip, che prenderà la maggior parte dell’episodio. Qui, vengono messe in chiaro le contrapposizioni tra i due fuochi intorno a Jocelyn. Da un lato abbiamo l’entourage che la vorrebbero popstar e idolo delle folle, spingendola oltre i suoi limiti mentali e fisici. Dall’altra parte c’è Tedros, che sembra tirare fuori l’estro più “artistico” e spingerla verso ciò che lei vuole essere e fare. È evidente che, nonostante la vita da star vada avanti, qualcosa in Joss è cambiato. Il dolore fisico della costrizione si fa dolore interno per la perdita della madre, in una sequenza di persone che le continuano a ripetere che lo deve fare, deve essere perfetta per non perdere tutto. E The Idol sembra trovare la sua verve nei momenti così, in cui ci mostra le debolezze e le paure della protagonista. Unito alla sensualità, fa cadere la maschera dietro l’idolo. La frase “vorrei fare della musica che viva più a lungo di me” è emblematica della volontà e delle aspirazioni di Jocelyn, strozzate dall’industria. I suoi problemi psicologici scaturiscono (è evidente) dalla perdita della madre. Allo stesso tempo, però, non ci permettono nessun tipo di identificazione o empatia. Non abbiamo mai conosciuto la figura materna, la sua presenza nella vita della star ci viene indicata in modo sparuto da qualche frase buttata qua e là. Ed è un peccato, perché queste sequenze di trama avrebbero acquistato ancora più forza. L’ultima parte di puntata ci mostra invece il rapporto opposto. Tedros e tutto il suo gruppo vanno a casa di Jocelyn per una serata tra alcool, sesso e musica. The Weeknd anche qui si dimostra un attore monodimensionale, statico e veramente impacciato. Le scene di sesso tra i due personaggi sono fin troppo infuriate che quasi mettono in imbarazzo. Ci rendono degli spettatori che per caso si sono trovati con loro nella stanza. L’inutilità di tanta foga è seconda solo al volto di Tesfaye, che rende tutto ancora più artefatto e rigido. Perdono, quindi, di qualsiasi carica erotica possibile. L’unica che sembra goderne è Chloe, amica di Tedros che per caso si ritrova nascosta nella stessa stanza.

LUCIDITÀ APPARENTE

Il secondo episodio di The Idol mostra degli sprazzi di lucidità nei momenti in cui vuole tirare fuori il dramma psicologico della protagonista. E, soprattutto, li mostra quando non si sforza di essere trasgressiva e scandalosa a tutti i costi. Di scandalistico, anche qui, non c’è nulla che non si sia già visto. La sessualità è spinta? Certo, ma con quale finalità? Non mostra lati oscuri (almeno per ora) dello star system, ma solo persone che vivono le loro vite in libertà. Questo secondo episodio, quindi, non risolve i dubbi nati con il primo. Al netto di momenti buoni e molto apprezzabili, in cui il conflitto interiore diventa padrone. La serie ha mostrato già tutto il suo potenziale? Oppure riuscirà a scavare sotto gli strati di una superficialità fatta di “mood” e momenti da videoclip musicale anni 2000? Attendiamo con curiosità i prossimi episodi.

Alessandro Libianchi

Seguici su Google News