È finalmente arrivata anche in Italia -su Sky e Now TV- la nuova serie di Sam Levinson, genio e sregolatezza, già autore di uno dei prodotti televisivi di maggior successo degli ultimi anni, Euphoria. The Idol è scritta a quattro mani da Levinson e Abel Tesfaye -aka The Weeknd-, che interpreta uno dei personaggi principali della serie insieme a Lily Rose Deep, che ne è la protagonista assoluta. La serie nasce come controversa già in partenza, visto le polemiche che sono girate per mesi intorno alla produzione (l’articolo di Rolling Stones fu meritevole di una risposta da parte proprio dei diretti interessati) e alle figure non proprio idilliache di Sam Levinson e Tesfaye. Il nuovo prodotto di punta di HBO si pone come provocatoria, quindi, da prima della sua messa in onda. E questo primo episodio non fa che alimentare la provocazione, in un tripudio di corpi e sudori. È un episodio che sa poco di Pilot, che chiarisce alcuni punti fondamentali, ma che non pone bene in vista l’obiettivo della serie. È nata come denuncia di una mercificazione e disumanizzazione delle star pop, ma che rischia, conoscendo la figura di Sam Levinson, di diventare parte stessa di quel sistema che vuole profanare.
The Idol: l’eccesso e il successo

Jocelyn (Lily Rose Depp) è una pop star nel fiore degli anni e sulla cresta dell’onda. Dopo un anno di stop dalla musica a causa della morte di sua madre, è pronta a tornare alla ribalta con un nuovo singolo. La serie si apre con le foto promozionali di questo nuovo pezzo, con un carrello all’indietro che dal volto di Joss passa ad un totale che ci mostra il disinteresse per le sue nudità da parte di tutta la troupe. E, in pieno stile Levinson, sembra indicarci il punto focale della serie. Per tutta l’intera scena, che dura quasi per metà puntata (tutta all’interno della casa di Jocelyn), la sentiamo parlare a malapena ma conosciamo tutto di lei. Mentre si muove sensualmente e sinuosamente davanti la fotocamera, il suo background ci viene narrato da tutti i satelliti che orbitano intorno alla star. Mentre lei si occupa del suo corpo per le foto, gli altri si occupano del suo corpo come immagine, come rappresentazione, rendendo l’idea di uno sfruttamento totale e di una spersonificazione della stella. Tutti si occupano di lei, dal suo agente che cerca di risolvere un problema di Revenge Porn, alla sua assistente personale completamente opposta alla protagonista. Un pesce fuor d’acqua in un mare fatto di squali, provocazione, sesso e universo patinato. il casting di Rachel Sennot (già conosciuta in Shiva Baby e amata in Bodies Bodies Bodies) è praticamente perfetto. Lontana dai fisici scultorei e perfetti delle pop star ma proprio per questo così vicino a noi. Dopo la lunga parte all’interno della villa di Jocelyn, la narrazione si sposta ad un club in cui Joss fa la conoscenza (come noi, d’altronde) del proprietario: un uomo che non ha mai superato i ’90 e che dire losco è dire poco, Tedros (interpretato da un legnoso e statico The Weeknd). I due si notano subito e la scena sembra essere fin troppo repentina: con uno sguardo da parte a parte della sala, i due si avvicinano e iniziano a baciarsi in una scalinata non ben identifica istantaneamente. La scintilla è scattata e il motivo dell’attrazione che Jocelyn prova per il proprietario del locale è spiegato in un dialogo successivo con la sua assistente Leia: “Come fa a piacerti, ha l’aria da maniaco” “è questo che mi piace”. Da lì inizierà l’incontro tra i due e l’ultimo atto di puntata.
Promossa a metà
L’episodio pilota di The Idol si prefigura come un incipit da un certo punto di vista scarico per tematiche, ma carico di erotismo e di una regia quasi sempre perfetta di Sam Levinson. La prova di Lily Rose Depp è assolutamente promossa. Sa come usare il corpo e come farne strumento di recitazione. Sa che è la sua bacchetta magica e che non può sbagliare uno sguardo e, soprattutto, una mossa. un movimento di bacino di troppo è la spinta verso il baratro del kitsch e dell’eccesso a tutti i costi. E la Depp sembra averlo compreso al massimo delle sue potenzialità. Promossa a pieni voti anche Rachel Sennot, che crea un’aura di candido intorno all’assistente personale di Jocelyn. Perfetta. Bocciato invece The Weeknd, veramente troppo legnoso e inquadrato. Nella scena finale, molto simbolica e altrettanto bella, sembra solo uno strumento in mano alla Depp, ballonzolato da una parte all’altra senza presenza fisica. La fotografia ricorda tanto dei videoclip musicali ad alto budget e funziona esattamente per quello. Quindi, il primo episodio di The Idol è promosso a livello tecnico e attoriale. È rimandato, invece, dal punto di vista tematico: la presenza di corporeità è pressante e se questo sarà il taglio della serie, a livello narrativo non ne gioverà. Ci si chiede se questo è il livello massimo di critica che la serie può regalare. Di scandalistico (come era stata venduta) c’è poco e niente. O comunque niente che non abbiamo già visto in Euphoria. più che denunciare o scandalizzare colpisce la superficie con una tiepida riflessione ma che, per ora, non porta a nulla. Non ci resta che attendere e e sperare in un seguito diverso.
Alessandro Libianchi
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