La Formula 1 è il campionato automobilistico dei sogni, la competizione con cui qualsiasi talento delle quattro ruote sogna un giorno di cimentarsi. L’Italia, in questo senso, è da sempre foriera di grandi piloti. Sono 15 i titoli mondiali di Formula 1 conquistati nel tempo da driver nostrani e inoltre, come se non bastasse, l’Italia detiene il primo posto per gran premi disputati sul suo territorio. Numeri, statistiche, a sancire in maniera ancora più forte il legame fra Italia e velocità automobilistica.

Perché i giovani piloti sognano la Formula 1

Se pensiamo che la primo Gran Premio d’Italia, disputato sul circuito di Montichiari, in provincia di Brescia, è datato addirittura 1921, comprendiamo ancora meglio perché tantissimi giovani piloti aspirano ad arrivare, un giorno, a battersi sulle monoposto più veloci del pianeta. La Formula 1 non è soltanto il massimo in termini sportivi, ma è anche una straordinaria opportunità dal punto di vista mediatico. Non esiste uno sport più popolare, nell’ambito dei motori, e la visibilità che un giovane appassionato può trarre dal competere in un campionato di Formula 1 è semplicemente enorme.

Sono proprio queste caratteristiche di unicità che rendono la Formula 1 in Italia una delle discipline sportive più amate in assoluto. E non solo, anche una delle più giocate sui siti dei bookmakers online, come testimoniato, ad esempio. Scommettere sulla Formula 1 è un classico per gli amanti del betting. In questo pezzo cercheremo di spiegare come e perché i giocatori italiani amano questa disciplina e le ragioni per cui i piloti italiani anelano in maniera così straordinaria alla possibilità di raggiungere questa competizione motoristica. Andiamo a vedere.

Le sfide per i piloti italiani

Lo scoglio più grande che un giovane pilota italiano con il sogno della Formula 1 deve superare è quello dei costi. I team di F1 hanno budget immensi, investono milioni e milioni di euro sullo sviluppo delle monoposto. Per questo, a parte casi rari, gli inizi di una carriera professionista ai vertici dell’automobilismo sportivo dipendono, oltre che dal necessario talento, anche dalla possibilità del pilota di finanziare la propria carriera. Per poter far parte di un team, infatti.

C’è poi un elemento infrastrutturale da tenere in conto: l’Italia non ha molti circuiti automobilistici e quelli esistenti sono spesso occupati da eventi internazionali. Per testare la propria velocità, quindi, i giovani piloti italiano non hanno altra alternativa che viaggiare all’estero, con tutto ciò che ne consegue, di nuovo, in termini di costi.

Le opportunità esistenti nel mondo dei motori

Con tutte questi paletti da aggirare, come fa un giovane pilota italiano ad affermarsi? Quali sono le strada che può percorrere per coltivare il sogno, un giorno, di guidare in Formula 1.


La maniera più lineare, quella che permette di poter immaginare sul serio un futuro fra i piloti top al mondo, è costituito dalle accademie per piloti, delle vere e proprie scuole che selezionano i migliori giovani driver italiani e li seguono nelle serie minori, la Formula 2 e la Formula 3. La più famosa di queste academy è senza dubbio la Ferrari Driver Academy, che in collaborazione con la Scuderia AlphaTauri cresce il meglio dei talenti italiani su strada.

Ma non solo. Anche la scuola di Fernando Alonso è un trampolino di lancio niente male per i piloti italiani e ancora, la Alpine Scouting Program, un programma che sostiene i migliori.

Storie di successo: piloti italiani che ce l’hanno fatta

La storia della Formula 1 è costellata da nomi di formidabili piloti italiani, a partire dal mitico Tazio Nuvolari, considerato uno dei più grandi piloti di tutti i tempi, agli albori dell’automobilismo sportivo, nel primo Novecento. Ancora, scorrendo in avanti i libri di storia, ecco Alberto Ascari, il primo pilota italiano a vincere un titolo mondiale di Formula 1, nel 1952.

E ancora, arrivando pian piano vicino ai giorni nostri, ci sono le storia del mitico Riccardo Patrese, con sei gran premi vinti, di Michele Alboreto, cinque vittorie, e ancora di Jarno Trulli, di Giancarlo Fisichella, due piloti che a cavallo fra gli anni’90 e l’inizio 2000 hanno fatto parte del circus mondiale in maniera solida e consistente. Fino al recente exploit di  Antonio Giovinazzi, autore di due belle stagioni, dal 2019 al 2021, con l’Alfa Romeo Racing.

Il futuro del mondo italiano dei motori

Il mondo italiano dei motori ha di fronte un futuro di grande eccellenza. La tecnologia sta facendo passi da gigante e grazie alle simulazioni di guida i piloti possono crescere e imparare anche in condizioni strutturali di difficoltà, senza dover viaggiare. C’è poi il fattore scouting, con i programmi che citavamo poco sopra e un’attenzione maggiore del movimento a monitorare i progressi dei piloti più promettenti. Insomma, il futuro è roseo.

Conclusione

Come abbiamo visto nel corso di questo breve excursus, i giovani piloti italiani che sperano un giorno di guidare una Formula 1 sono molti e agguerriti. Devono affrontare sfide e superare diverse difficoltà, ma si muovono all’interno di un movimento in grande crescita, con margini operativi importanti. Tecnologia, risorse, scouting, stanno facendo la differenza e costituiranno il futuro per i giovani piloti italiani che provano a rincorrere il proprio sono in Formula 1.