Si celebra oggi 31 luglio la scoperta dell’Isola di Trinidad: nel 1498 Cristoforo Colombo approda nell’isola durante il suo terzo viaggio. Ma cosa succede prima e dopo questa scoperta di un vero e proprio paradiso terrestre?

Come avviene la scoperta dell’Isola di Trinidad

Cristoforo Colombo, dopo due anni trascorsi in Castiglia con il padre Bernaldez, conosce padre Gorricho. Ed è grazie a lui che incontra i re spagnoli nella città di Burgos. Lì, attua un piano per distrarli dalla mancata promessa di portare dell’oro in cambio degli schiavi offerti. Ma in suo aiuto corre il cartografo Jaume Ferrer de Blanes: essendo preoccupato del destino del nuovo continente ancora da scoprire, sapeva che le nuove scoperte potevano causare problemi al Portogallo. Quindi riesce a convincere i reali della necessità di una nuova spedizione. Colombo riesce allora a reperire la somma necessaria per il viaggio, e ad armare sei navi: l’equipaggio era composto da circa 300 marinai. E così, la flotta parte il 30 maggio 1498.

Si dirige verso Gomera, dove le sei navi si dividono. In modo tale che tre affrontano la nuova scoperta con Colombo, altre tre verso le rotte ormai consolidate, quindi verso Dominica. Queste tre navi, al suo comando, dirigendosi verso il Sud America, raggiungono l’isola di Trinidad. Infatti Colombo, esplorando le coste del Venezuela, si inoltra nel delta dell’Orinoco. Una volta giunto lo ritiene, erroneamente, un arcipelago di isolette invece di un continente.

Le scoperte del Terzo Viaggio

Nell’agosto dello stesso anno l’esploratore dunque ammira il Golfo di Paria ed il delta dell’Orinoco, nell’attuale Venezuela. Tuttavia, decide di non sbarcare, ma invia dei marinai. Marinai che incontrano terre inesplorate, ma soprattutto ricche di perle. Il golfo infatti era un corso d’acqua dolce per via del fiume. Sappiamo inoltre che in una nota del 14 agosto del suo diario, trascritto da Las Casas, si legge che il dubbio di Colombo era proprio che ci fosse un nuovo continente da esplorare.

E così, giunto ad Hispaniola l’11 agosto del 1498, cerca la nuova città fondata dal fratello Bartolomeo Colombo: Santo Domingo. Una volta arrivato, alla fine del mese, vi trova un altro suo fratello, Giacomo. Ma qui i fratelli trovano Francisco Roldán, l’alcade di Isabela. Che, nel 1499, con molti uomini al seguito, decide di ribellarsi ai tre fratelli. Bartolomeo inutilmente cerca una tregua, così Roldàn e i disertori decidono di lasciare Santo Domingo per Xaraguà.

La scoperta di Trinidad

Una volta scoperta e conquistata l’isola, accade dunque questo quasi colpo di stato che genera delle preoccupazioni. Infatti i sovrani cattolici, avvertiti dai reduci dei disordini sull’isola, leggono anche delle strane pretese avanzate da Colombo nella sua lettera. E decidono così di inviare, nel 1500, Francisco de Bobadilla. Questo perché così Bobadilla avrebbe potuto rispondere in parte alle sue richieste, ma soprattutto chiarire cosa fosse accaduto. Ma questi, appena giunto, vede i cadaveri di due spagnoli. Intanto Adrian de Muxica, uno dei secondi di Roldàn, viene ucciso.

Così Bobadilla, resosi conto della situazione, arresta prima Diego, l’unico rimasto in città, e poi Colombo e Bartolomeo. Da qui, li riporta in patria nel mese di ottobre 1500, sulla caravella Gorda. Nello stesso mese poi giungono a Cadice. Al suo arrivo, Colombo ancora incatenato consegna una lettera ad un ufficiale: questa era destinata a Donna Juana, sorella di Antonio de Torres, una confidente della regina. Saputo delle condizioni dell’ammiraglio i reali si arrabbiarono con Bobadilla: Colombo viene così liberato, ma deve necessariamente rinunciare al titolo di viceré.

Marianna Soru

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