Una grande passione, quella per i cavalli, vive dietro l’ultima campaign di Stella McCartney con protogonista Kendall Jenner, a preannunciare l’arrivo in store dell’ultima collezione FW23. La designer e la modella, che condividono la passione per l’equitazione, scelgono di costruire un messaggio di ‘’animal and pet care’’ in una scenografia che sprigiona ‘’un senso di libertà e convivenza’’ tra l’uomo e la terra. Ma nonostante il nobile intento della McCartney, i puristi dell’animal-free e gli attivisti delle salvaguardia animale si dicono contrari e polemizzano sulle scelte creative e produttive del brand.
Stella McCartney FW23: dal concept alla scelta di Kendall Jenner
Stella McCartney sceglie le bianche pianure francesi della Camaurgue per realizzare gli scatti dell’ultima campaign FW23, che vede la modella Kendall Jenner ritratta da Harley Weir insieme a più di sei cavalli bianchi. La designer inglese spiega che la scelta della nota modella è venuta spontanea, considerando che condivide la stessa passione per i cavalli e la divisa equestre. ‘’Sapevo che la nuova ragazza Stella doveva amare i cavalli quanto me. Kendall cavalca da quando era bambina. Si vede quanto sia a suo agio con queste creature sensibili, e loro con lei. Catturare questa unione da vita a Horse Power’’ dice la designer inglese a presentazione della campaign, in occasione della quale svela anche i suoi piani futuri volti ad aiutare sempre più associazioni aminal cruel-free.
Il tema equestre dello show ritorna nella campaign
Un impegno che si concretizza da subito andando a sostenere i progetti dell’esperto e soccorritore Jean-Francois Pignon, il quale mette a disposizione alcuni dei suoi cavalli per la realizzazione delle foto. Kendall Jenner posa quasi totalmente nuda distesa sul dorso di uno dei cavalli, in rosso con più di cinque esemplari che le si muovono vicino, ed in nero allungandosi verso il basso sotto le zampe di uno dei ‘’bianchissimi’’, interpretando quell’armonia, quasi compensativa tra le due parti, l’uomo ed il cavallo, in una sorprendente spontaneità che consolida il tema equestre della collezione, già ampiamente dibattuto con lo show svoltosi in un ranch della provincia parigina, quando la McCartney disse:
‘’voglio mostrare i cavalli diversamente da come li si conosce. È questo il mio obiettivo: farli conoscere per come sono.’’
La polemica
Ma nonostante la campaign sia in linea con il tema della collezione, alcuni pareri discordanti hanno acceso una polemica riguardante gli scatti, i soggetti degli scatti e la produzione sostenibile degli abiti. La collezione, a proposito di questo, si dichiara come la più responsabile di sempre, con il 92per cento della produzione consapevole, che include borse in simil pelle croco realizzate con scarti di mele, stivali in pellame re-used e accessori la cui pelle proviene dal micelio di Mirum, alternativa cruelty-free alla pelle animale ricavandole dalle piante e non dalla plastica. Una scelta prevedibile per il brand che da anni si impegna nel rendere l’industria del fashion più green possibile contribuendo ad un calo di utilizzo di materiali dannosi e di origine animale, prediligendo l’intento ecologico a quello produttivo, ma c’è qualcuno che non ha ben interpretato l’interazione della modella con i cavalli, parlando addirittura di sfruttamento dei cavalli. Pareri che si erano già fatto sentire il giorno stesso dello show andato in scena nella storica Manège de l’École Militaire, la più antica associazione di equitazione della Francia, dove si erano esibiti in contemporaneo alle modelle. Ma la spettacolarizzazione del cavallo e delle performance era già stata letta come uno strumento di comunicazione mediatica fine a se stesso, e che non considerava la posizione del cavallo lasciato ai lati dello show unicamente come cornice della sfilata. Non sono tardate ad arrivare le risposte della designer che si dice totalmente d’accordo per la salvaguardia dei cavalli ma lontana dall’idea di ‘’guadagnare sul lavoro del cavallo’’.
La storia continua
Simili discussioni avevano già accesso il dibattito pubblico in occasione delle collezioni di Gucci SS20 e Dior Resort 19, quando i cavalli erano coprotagonisti di una storia che nel primo narrava della sua libertà e nel secondo di Dior in riferimento alle ‘’escaramuzas’’, le donne a cavallo della cultura messicana. Anche nella musica, con il Renessaince Tour di Beyoncé, i cavalli diventano i simboli di esibizioni e accompagnamenti di video musicali, come per la cantante che a chiusura dello show si cala dall’alto seduta su un calco equestre. Tutte immagini contemporanee di un tema complesso che richiede un trattamento diverso, più oculato proprio perché esposto al giudizio pubblico, ma che si pone l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico e l’industria speculatrice, guidando verso un domani del fashion ‘’animal free’’.
Luca Cioffi
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