Il consigliere di Zelensky ha attaccato Papa Francesco accusando il Pontefice di essere un sostenitore filorusso. Sembra quindi distante la possibilità che il Vaticano e il Papa possano svolgere un ruolo di mediazione per porre fine agli scontri fra Russia e Ucraina.

Il consigliere di Zelensky e l’attacco a Papa Francesco: nessuna mediazione

17 marzo 2013 primo angelus di papa francesco_VaticanNews

Il principale consigliere del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato Papa Francesco di sostenere Mosca e di avere una posizione filorussa. Mikhail Podolyak ha detto in un’intervista con la televisione ucraina ”Canale 24”:

“Non ha senso parlare di un ruolo di mediatore del Papa se assume una posizione filorussa che è evidente a tutti. Il Vaticano non può avere alcuna funzione di mediazione, perché sarebbe una funzione che ingannerebbe l’Ucraina o la giustizia”.

Grazie alla missione del cardinale Matteo Zuppi, che si è recato a Kiev, Mosca, Washington e a breve anche a Pechino, il Vaticano sta cercando di mediare fra Russia e Ucraina. Tuttavia, sembra che un discorso pronunciato da Papa Francesco lo scorso 22 agosto abbia fatto risentire l’Ucraina e, nello specifico, quando il Pontefice rivolgendosi ai giovani cattolici russi ha chiesto loro di non dimenticarsi di essere “figli della Grande Russia”.

La frase e il lungo attacco di Podolyak

La frase pronunciata dal Papa secondo Podolyak, consigliere di Zelensky, azzererebbe la reputazione della Santa Sede e annullerebbe ogni missione di mediazione che il Vaticano potrebbe svolgere. Il lungo attacco di Podolyak è poi proseguito con queste parole:

”Non ha senso parlare di un mediatore chiamato Papa se questi assume una posizione filo-russa che è del tutto evidente a tutti”, ha sentenziato il consigliere, secondo cui “non era la prima volta”, che il pontefice esprimeva un’opinione del genere, “ma all’inizio era tutto in qualche modo meno chiaro”, e “hanno fatto finta che non lo vedessimo”, mentre oggi “è chiaro che la persona ha una posizione filo-russa. E, di conseguenza, ciò ha un impatto molto negativo sulla guerra”.

E, infine, ha concluso:

”Se una persona ignora chiaramente il diritto della Russia di uccidere i cittadini di un altro Paese su un altro territorio sovrano, ciò significa promuovere la guerra. Hai solo bisogno di chiamare le cose col loro nome. Pertanto, il Vaticano non può avere alcuna funzione di mediazione, perché sarebbe una funzione che ingannerebbe l’Ucraina o la giustizia”.

Ph: VaticanNews

Foto in copertina: Rai.it

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