Il cambiamento climatico dovuto al riscaldamento globale sta accentuando il fenomeno della siccità in Italia, rendendo le risorse idriche sempre più scarse.

Secondo i dati ISTAT-ISPRA elaborati da Greenpeace Italia in occasione della Giornata mondiale della desertificazione, negli ultimi 30 anni l’Italia ha perso il 13% della risorsa idrica del Paese, pari a 19 miliardi di metri cubi d’acqua all’anno.

Tra i bacini maggiormente interessati c’è quello del Po, con un livello di stress idrico del 65,6%: circa il doppio rispetto a quello registrato nel Sud Italia. Si tratta di un fenomeno dovuto soprattutto ai massicci prelievi d’acqua dolce, utilizzata al 70% in agricoltura (la media nazionale è del 56%) e alla riduzione delle precipitazioni.

Oltre all’impatto del settore agricolo bisogna considerare anche gli sprechi della rete idrica, che costringono a prelevare più acqua del necessario per garantire un approvvigionamento adeguato alla popolazione.

Secondo l’ISTAT, oggi il valore medio di acqua sprecata a livello nazionale si attesta sul 42%: una quantità che basterebbe a soddisfare il fabbisogno idrico di 43 milioni di persone. All’origine del problema è possibile individuare l’obsolescenza della rete idrica, con il 25% delle reti che ha più di 50 anni e il 60% oltre 30 anni.

Nonostante un quadro generale piuttosto complesso, ancora oggi è possibile rilevare nel paese alcuni esempi virtuosi, vale a dire comuni che vantano una gestione della risorsa idrica più efficiente e sostenibile.

Gestione efficiente della risorsa idrica: l’esempio della città di Milano

Tra le città che possono vantare una gestione efficiente della risorsa idrica c’è Milano, dove la dispersione rilevata è di appena il 13,5%.

Il merito è da attribuire innanzitutto alle aziende pubbliche che si occupano del servizio idrico integrato: l’acqua della Città metropolitana di Milano infatti viene gestita da realtà storiche come Gruppo CAP, che costituisce un vero e proprio punto di riferimento per il territorio da oltre 90 anni.

Inoltre, nel capoluogo lombardo vengono periodicamente stanziate importanti risorse per la manutenzione della rete idrica, proprio al fine di ridurre le dispersioni dovute a perdite e rotture lungo le condotte.

Naturalmente, l’efficienza della rete idrica milanese è anche da attribuire alla presenza di impianti all’avanguardia come il depuratore di Bresso-Niguarda, uno dei più avanzati in Italia. All’interno infatti sono presenti tecnologie di ultima generazione per il trattamento delle acque, inoltre vengono svolte attività di sperimentazione fondamentali per promuovere la ricerca e favorire lo sviluppo di nuove soluzioni ad alto contenuto tecnologico, come il progetto di estrazione di biometano dai reflui fognari avviato dal Gruppo CAP per trasformare i depuratori in bioraffinerie.

Come risolvere il problema dello spreco d’acqua in Italia

Al di là degli esempi virtuosi – oltre a Milano sono soltanto 6 i comuni in cui la dispersione idrica si attesta al di sotto del 15% – è fondamentale per l’Italia comprendere come invertire la tendenza rilevata a livello nazionale così da risolvere il problema degli sprechi.

Una possibile soluzione è quella di sfruttare i fondi del PNRR per ridurre le perdite idriche, realizzando una serie di interventi di manutenzione e ammodernamento indispensabili per rendere le reti più efficienti.

Inoltre, è possibile promuovere le sinergie tra i gestori idrici locali, affinché le diverse realtà regionali possano collaborare e investire in modo congiunto nell’efficienza della rete idrica.

Naturalmente, è altrettanto fondamentale intervenire lato consumo, attraverso campagne di sensibilizzazione sulla lotta agli sprechi d’acqua e mediante l’installazione di contatori intelligenti per favorire un uso più responsabile e razionale di acqua potabile.