“Gli americani uccisi in Israele sono almeno 14. Quello di Hamas è terrorismo e noi dobbiamo essere chiari: siamo a fianco di Israele e assicurarci che abbia il necessario”. Il presidente statunitense Joe Biden, parlando dalla Casa Bianca, ha fatto il punto sulla situazione in Medio Oriente. “Israele ha il diritto di difendersi dopo l’attacco. Gli Usa stanno aumentando l’ulteriore assistenza militare a Tel Aviv, comprese munizioni e intercettori per rifornire lo scudo anti aereo Iron Dome”, ha aggiunto il presidente

Nel suo discorso fermo e solenne, in ritardo di un’ora e mezzo sul programma, il commander in chief ha messo in chiaro che “non ci sono giustificazioni per il terrorismo” dopo questa “brutalità che ricorda le peggiori pagine della storia”, annunciando di essere pronto a fornire ulteriori risorse aggiuntive a Israele, comprese munizioni e intercettori per rifornire lo scudo anti missile Iron Dome.

“Nessuno spazio per l’odio neppure in USA”, dove il presidente ha fatto rafforzare le misure di sicurezza nei centri ebraici. Intanto la sua amministrazione ha fissato alcuni paletti e gli obiettivi “prioritari” nel secondo fronte di guerra apertosi in Medio Oriente. Prima di tutto gli USA “non hanno alcuna intenzione di inviare soldati americani in Israele”, come ha assicurato il portavoce del consiglio per la Sicurezza nazionale John Kirby annunciando il primo pacchetto di aiuti militari ormai in viaggio. E ventilando già i prossimi, che però il commander in chief vorrebbe legare a quelli per l’Ucraina nella speranza di vincere le resistenze dei repubblicani trumpiani, contrari a nuovi finanziamenti a Kiev. “Il sostegno Usa all’Ucraina continuerà. Gli Stati Uniti sono un Paese forte abbastanza da sostenere sia Kiev che Israele. Sono entrambi importanti”, ha sottolineato Kirby.

In secondo luogo per Biden la sicurezza degli americani resta una “top priority”, a partire da quelli ostaggio di Hamas. Per questo il presidente ha ordinato al suo team di lavorare con le autorità israeliane “su ogni aspetto della crisi degli ostaggi”, condividendo intelligence ed esperti governativi. La minaccia di esecuzioni di ostaggi “deve essere presa sul serio a causa della barbarie di cui Hamas ha già dimostrato di essere capace”, ha spiegato Kirby. Lo spettro è quello di una crisi degli ostaggi come quella in Iran a fine anni ‘80 che costò la presidenza a Jimmy Carter.

In terzo luogo gli USA “non vogliono vedere alcun civile innocente ucciso in nessuna parte del mondo, e questo include certamente sia Gaza che Israele”: un monito, quello di Kirby, ad entrambi le parti in guerra, rafforzato nel caso di Israele dal sostegno della Casa Bianca ad “azioni necessarie” ma “proporzionate”, anche se non sono state indicate linee rosse da non oltrepassare. Del resto l’amministrazione Biden, coordinandosi con gli alleati europei, insiste sul diritto di Israele a difendersi militarmente, dopo che il dipartimento di Stato ha prontamente cancellato un tweet in cui Blinken accoglieva con favore l’iniziativa di Ankara per un cessate il fuoco, dopo un colloquio con il collega turco Hakan Fidan.

Biden: “Ci sono americani fra gli ostaggi di Hamas”

“Fra gli ostaggi presi da Hamas ci sono cittadini americani”, ha detto Biden sottolineando che “come presidente non c’è maggiore priorità per me che difendere gli americani”. Poi ha definito “un atto di pura malvagità” l’attacco di Hamas, che ha le “mani insanguinate”. La brutalità di Hamas riporta la memoria l’Isis: “Questo è terrorismo ma, sfortunatamente per gli ebrei, non è una novità. Questo attacco ha riportato alla memoria ricordi dolorosi, le cicatrici lasciate dall’antisemitismo e dal genocidio. Non c’è giustificazione al terrorismo”, ha affermato tornando a mettere in guardia altri governi sul non entrare nel conflitto nella speranza di beneficiare dalla situazione. “Ho una parola: no”, non fatelo. Il presidente ha esortato: “Questo per noi è il momento unirci: non c’è posto per l’odio in America. Rigettiamo il terrorismo”, ha detto rivolgendosi agli americani.