Nello spazio di LetteralMente Donna una donna eccezionale entrata diritto nella storia del progresso scientifico e che è stata la prima ad essere premiata con il Nobel: la donna è Marie Curie e questa è la sua storia

Marie Curie, al secolo Maria Skłodowska, è da sempre stata ricordata come una donna sobria, severa e perennemente legata alla ricerca. “Nella vita non c’è niente da temere, solo da capire”, diceva infatti come riportato da Storica. Parole che ci mostrano appieno un’indole sviluppata già dall’infanzia. Basti pensare che una volta nella sala da pranzo della scuola era intenta a leggere un libro non accorgendosi della piramide di sedie con cui veniva circondata dagli altri ragazzi. Quando questa le cadde addosso si limitò ad esclamare “Che idiozia!” e ad uscire dalla stanza. La sua serietà la portò poi nell’adolescenza a stringere un patto con la sorella in base a cui entrambe avrebbero pagato l’una gli studi all’altra realizzando il loro desiderio di laurearsi. Questo nonostante nella Polonia di fine 800 occupata dai russi non fosse concesso alle donne di andare all’università.

Marie Curie, la laurea a Parigi, la tesi di dottorato e il Nobel

LetteralMente Donna è dedicata a Marie Curie, fonte greisonanatomy.com
Marie Curie, fonte greisonanatomy.com

Maria per laurearsi in matematica e fisica si trasferì a Parigi dove studio a La Sorbona. Qui nel 1894 nasce l’amicizia, divenuta poi una relazione, con il fisico Pierre Curie che la sposò nel 1895. Fu lui a convincere Marie Curie a realizzare la sua tesi di dottorato gli studi realizzati da Henri Becquerel, l’uomo che per errore scoprì la radioattività. Dopo il brillante conseguimento del dottorato di Marie, i coniugi Curie continuarono senza sosta, in un freddo capannone e ignari dei rischi che essi comportavano, i loro esperimenti sulla radioattività analizzando diversi minerali contenenti tracce di uranio quali la pechblenda, la torbernite o l’autunite

Nel luglio del 1898 lo studio dei Curie portò alla pubblicazione di un articolo sulla scoperta di un nuovo materiale radioattivo che emetteva un solo raggio luminoso. Questi fu chiamato polonio in onore della terra di origine della stessa Curie. Nel dicembre dello stesso anno i Curie pubblicarono altri studi sul radio, un nome che in latino significa raggio e che era destinato a portare progressi anche in campo medico. Grazie a questi studi nel 1903 la Curie fu la prima donna a ricevere il premio Nobel per la fisica. Un premio avuto con il marito e lo stesso Henri Becquerel, come riporta Storica, “in riconoscimento dei servizi straordinari che essi hanno reso nella loro ricerca sui fenomeni radioattivi scoperti da Henri Becquerel”.

Il secondo Nobel

Nel 1906 Pierre Curie morì investito da una carrozza sotto la pioggia. Marie, nonostante fosse stata gravemente colpita dal dramma del marito, decise di portare avanti il suo lavoro. In breve tempo divenne titolare della cattedra del marito e la prima donna ad insegnare a La Sorbona. Fece poi nel 1909 una scoperta eccezionale. La Curie, infatti, dimostrò dopo faticosi studi il peso atomico del radio. Per aver studiato e analizzato e dimostrato le proprietà di polonio e radio ottenne nel 1911 il secondo Nobel in fisica “in riconoscimento dei suoi servizi per l’avanzamento della chimica tramite la scoperta del radio e del polonio, per l’isolamento del radio e lo studio della natura e dei composti di questo notevole elemento”.

Un riconoscimento avuto non senza problemi viste le accuse per la sua relazione con Paul Langevin, fisico, allievo del defunto marito, sposato e con quattro figli. A questo si aggiunsero le conseguenze dei suoi esperimenti sulla radioattività. Per ottenere questi risultati Marie Curie si espose ad un livello di radiazione enorme che la uccise provocandole un’anemia aplastica nel 1934. I suoi appunti dal 1890 in poi sono per questo conservati in teche di piombo e per consultarti bisogna indossare delle protezioni.

Stefano Delle Cave

Seguici su Google news