Oscurati i dati sul traffico in tempo reale sulla guerra tra Israele e Gaza: Google Maps, Waze e Apple accolgono la richiesta dell’Idf

Sembra una distopia, ma ormai non ci sorprendiamo nemmeno. Sono passate più di due settimane dall’attacco di Hamas nelle terre a sud di Israele. Il conflitto imperversa ma la risposta ancora non riguarda ancora le truppe di terra. La reazione di Israele, come abbiamo visto, è senza precedenti e la striscia di gaza è in un lago di sangue. Tuttavia la vendetta del governo di Netanyahu è arrivata solo dal cielo. Gli attacchi aerei e le bombe provocano ad oggi circa 5mila vittime, la maggior parte civili, nella Striscia.

Non funzionano le mappe, le app contribuiscono alla guerra:

La minaccia di questa massiccia operazione via terra su Gaza di Israele c’è. Più che esserci diciamo anzi che viene ripetuta ormai da diversi giorni. Dovremmo immaginare che almeno il progetto di agire ci sia, anche se l’offensiva israeliana è già stata rimandata in seguito ai colloqui con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. La morte in Palestina è ormai da anni una realtà, ma in questo periodo storico l’incubo si sta certamente intensificando.

In attesa di un’invasione su vasta scala, il sostegno ad Israele è ovviamente continuo e riguarda potenze che negano la morte di innocenti che sta rendendo gaza un cimitero a cielo aperto. Quindi si sono già mosse due aziende USA, maestri del tech, per alimentare questo clima huxleiano.

Vediamo dei veri e propri colossi della tecnologia: Alphabet e Apple, contribuire al vantaggio già evidente di forze belliche e economiche della potenza di Israele. Le società hanno fatto le loro mosse, e non c’è niente di rassicurante: infatti temporaneamente oscurato tutte le informazioni in tempo reale sul traffico di pedoni e veicoli nei territori di Israele e Gaza. Insomma, aprendo le mappe di queste app in quelle zone non è possibile orientarsi. Ma come?

Il rapporto tra dati sul traffico e guerra:

Ci sono degli elementi inquietanti. Le app di orientamento più famose non funzionano nei territori del conflitto e questo ovviamente lede le forza palestinesi. Parliamo di programmi come Google Maps e Waze (che nasce proprio in Israele prima di essere acquisita da Alphabet nel 2013) che non funzionano nel servizio di mappatura.

Nemmeno c’è alcun intento a mascherare l’accaduto. Infatti la richiesta di una sospensione temporanea arriva direttamente dalle Forze di difesa israeliane. Lo sappiamo dall’articolo del fatto quotidiano che cita quanto riferito da una fonte informata e rimasta anonima su Bloomberg. Da tutto questo comprendiamo che il timore degli strateghi di Tel Aviv è che tali informazioni possano rivelare con anticipo i movimenti delle truppe israeliane, compromettendo il successo dei piani militari.

Come precisato da Google, non ci saranno modifiche né tutele per la cosa: i conducenti che usano Google Maps o Waze continueranno comunque a vedere sulle app un’orario di arrivo stimato in base alle condizioni del traffico in tempo reale. Non è possibile modificare questa caratteristica che è alla base del servizio. Un portavoce di Google ha motivato la decisione parlando di “rispetto della sicurezza delle comunità locali”, e tracciando un paragone con quanto “fatto in precedenza in situazioni di conflitto”.

L’azienda aveva infatti preso una simile decisione in Ucraina, dopo l’inizio della cosiddetta “operazione militare speciale”. La decisione nasce anche qui al fine di non danneggiare le strategie di guerra. Si legge su Bloomberg che per ora non sono arrivati commenti da parte dell’esercito israeliano né da rappresentanti di Apple.

Maria Paola Pizzonia, Autore presso Metropolitan Magazine