Abbiamo intervistato la richiestissima Giuliana Florio: creator napoletana che ha conquistato Tik Tok con le sue live NPC. Il suo profilo vanta attualmente quasi 400mila followers, e la sua popolarità è in crescente espansione. Giovane, umile, di talento: la sua energia è contagiosa e il suo entusiasmo è frizzante.
Chi è Giuliana Florio?
La giovane creator Giuliana Florio è sin da subito sincera e reale. Alla domanda “come stai?”. <<Sinceramente sono un po’ dissociata, è tutto strano e difficile da maneggiare. Però allo stesso tempo sono una persona normalissima, e sto cercando di stare emotivamente con i piedi per terra. non sono questi 15 minuti di fame, ma voglio essere felice delle cose che succedono.>>
Prima di parlare di cosa fai e come lo fai, parliamo di te. Chi è Giuliana Florio?
Ho 27 anni e sono nata a Napoli, sono napoletana verace. Sin da piccola avevo esigenza di cambiare contesto, e ho provato a trasferirmi all’estero. Prima a Londra e poi nel 2019 sono andata ad Amsterdam. Ho iniziato a lavorare e poi a vivere questa città, dove ho trovato apertura mentale e spazio di sviluppare me stessa, indipendenza economica soprattutto. Negli ultimi anni ho lavorato e studiato anche: ho fatto Sociologia alla Federico II di Napoli. Ed è proprio il percorso di studi che ho fatto che mi ha permesso di sviluppare il mio format di live NPC, dopo aver visto le live di Pinky Doll.
Visto che si tratta di una nuova tendenza, come spiegheresti gli npc a una persona che non ha idea di come funzioni questo mondo?
Spiegherei prima chi sono i non playable character, ovvero quei personaggi non protagonisti. Nel mondo di Tik Tok il creator diventa un NPC, ed è lo spettatore delle live che gioca e decide che reazioni fargli fare. é come quegli artisti di strada che si attivano con la monetina. Stanno diventando il fulcro dell’intrattenimento contemporaneo: prima esisteva lo zapping televisivo, ora si scrolla su Tik Tok e si guardano le live.
La nascita delle live e il successo in Italia
Come ti è venuta l’idea delle live npc?
Il mio pensiero è stato subito “questo contenuto ha potenziale”. Nessuno l’aveva ancora fatto, e io ho pensato di proporlo al pubblico italiano. E mi sono detta che non potevo farlo esattamente uguale a Pinky Doll, ma ciò che ho pensato è stato di strutturare la performance coerentemente alla mia persona. Cavalcando anche l’immaginario collettivo, che ha infatti avuto subito successo e tante reazioni. Non c’è modo giusto o sbagliato di interpretare la piattaforma, cercavo un modo per esprimermi e per espormi.
Le live npc sono un fenomeno ormai consolidato all’estero. E in Italia invece? Ti consideri la pioniera di questo trend?
Non è che mi considero la prima, ma è un dato di fatto. Io ho un contratto con Tik Tok Italia, con cui ho una partnership per le live. In Italia sono la prima si, ma ho comunque un contratto firmato che lo dimostra.
Cosa consigli a chi vorrebbe iniziare il percorso delle npc, magari anche giovani?
Consiglierei sicuramente di studiare prima il fenomeno per capirne le dinamiche. Soprattutto chi è interessato dovrebbe riformulare il format a modo suo. Ha molto potenziale questa performance, ma dipende anche dall’obiettivo, se sono solo i followers si agisce in un modo, se devi promuovere il tuo brand in un altro. Soprattutto mai copiare gli altri, perché non ha senso e non è divertente e soprattutto ti scocci a breve.
Gestire l’odio: come affrontare il cyber bullismo
Si leggono tanti commenti negativi sui social: secondo te è giusto? come li affronti?
Molte persone che sono da anni su Tik Tok e magari propongono video si “lamentano” del fatto che non hanno abbastanza visualizzazioni. Semplicemente la mia strategia funziona, e queste persone che magari sono insoddisfatte sfogano la loro frustrazione su di me. Per l’educazione che ho ricevuto io, invece, sono convinta che il successo degli altri a me non tolga nulla, anzi. Io me la sono rischiata e sono contenta di averlo fatto. n Italia, purtroppo, si sente ancora la paura del diverso e si attaccano gli altri. Manca anche parecchia educazione ed empatia. Io quando ho iniziato le live, conoscendo il fenomeno del cyberbullismo, ero ben consapevole dell’odio che sarebbe arrivato. E sono partita con una forte preparazione psicologica che mi è servita sia per affrontare le cose brutte che le cose belle. Questa forza poi deriva anche dall’aver affrontato tanti traumi anche personali, che mi fanno pensare di non dover farmi toccare da questi commenti. L’opinione degli altri non definisce la mia identità, il modo in cui lo esprimono dice tanto di loro. Soltanto quello che io faccio e come lo faccio dice qualcosa della mia persona.
Non solo commenti negativi
Hai detto spesso che vivi ad Amsterdam e ti mantieni lavorando, non guadagnando dalle live di Tik Tok. Perché, secondo te, c’è questo bisogno di giustificarsi su come ci si mantiene e si guadagna?
Quando io spiego delle cose e dei dubbi, non lo faccio per giustificarmi. Ma lo faccio perché è parte dell’esporsi sui social raccontare la propria persona. Io sono una persona normalissima, ma alcuni mi idealizzano e si relazionano a me come se fossi un personaggio importantissimo. Ci tengo a far emergere anche la persona che c’è dietro. Quando decido di rispondere a certe domande colgo l’occasione per specificare alcuni dettagli, soprattutto sulle mie entrate. Lavoro, faccio la cameriera, ho studiato, sto in un’altra nazione per avere uno stipendio dignitoso ed emanciparmi, anche attraverso “A vita è nu muors ca nisciun te fa ‘ngopp a quello che tien”: la mia torta me la cucino io e me la mangio io. Tutto quello che ho non lo farei mai senza condividerlo con le persone a cui vogliono bene e che ne vogliono a me. Soprattutto, io tutto questo non l’ho mai fatto né per soldi né per fama: ma per esprimermi e raccontare delle cose. E poi è ovvio, ci teniamo a far arrivare il messaggio a quante più persone possibili.
Ma in tutto questo hating, ci sono poi dei commenti positivi?
Si, tanti. Uno dei più belli è stato uno in cui una persona mi chiedeva scusa per avermi creduto un’idiota, e che invece dopo avermi conosciuto come persona ha detto che mi avrebbe seguita per sempre. Questo è il bello e ciò che cerco di fare: entrare nel cuore delle persone.
Non solo personaggio: alcune vicende di Giuliana Florio del passato
Ma tu, da bambina, cosa volevi fare da grande?
Sono sempre stata una bambina fuori dal coro. Crescendo mi sono resa conto di essere una persona eclettica a cui piace fare tantissime cose diverse, e ho acquisito di conseguenza tantissime competenza. A differenza di ciò che a volte la società ci chiede, ovvero la iper specializzazione. E mi sono chiesta, ma io chi voglio essere? Nel mio percorso personale ho capito di non dover più pensare a me stessa in maniera così identitaria, e al futuro e cosa volessi fare. Mi sono concentrata invece su ciò che volevo sentire, e non su ciò che volevo fare.
Cosa consigli invece a chi ha la nostra età, e sta ancora cercando il suo posto nel mondo?
Quello che ti dico è questo, una delle mie parole preferite: dipende. Io ancora oggi invidio chi riesce a stare bene dove è nato. Non ci sono scelte facili o meno, dipende sempre da cosa vuoi. Sicuramente è molto soggettivo, e sicuramente io per prima sono stata molto insofferente. Consiglio di fare tantissima introspezione, e di chiederci non cosa vogliamo fare, ma chi vogliamo essere. Questa società ci ha fatto interiorizzare la paura: dobbiamo iniziare a decostruire queste convinzioni. Bisogna viaggiare e vedere tanti posti: ogni luogo di questa terra vibra in modo diverso.
La rivincita di Napoli
Avrai sicuramente notato il riscatto che sta avendo napoli nell’ultimo periodo. Da napoletana, ti senti parte di questo riscatto?
Napoli è sempre stata luogo di produzione culturale. Nonostante ciò, per diverse situazioni socio politiche, Napoli ha vissuto dei brutti periodi. Ma siccome non puoi fermare un vulcano, la sua bellezza e il suo potenziale sono tornati a gran voce. Stiamo vivendo un periodo che coinvolge tanti ambiti, cinematografici, musicali. Non mi piace etichettarmi, ma se tra le persone che mi seguono e che mi scoprono, vedono un qualcuno ce può anche riscattare Napoli io non posso che esserne onorata. Anche se lo vedo sempre attraverso il modo in cui mi vedono gli altri. Io sono napoletana anche se sto qua. Anche se, penso che sarebbe massacrante se fossi lì: preferisco andare in vacanza e poi tornare in un posto dove faccio delle rinunce ma sono tranquilla e lavoro. Penso anche se fossi a Napoli non potrei quasi uscire di casa; sono felice di viverlo a distanza perché anche emotivamente mi aiuta a restare con i piedi per terra.
Ci fai uno spoiler sulla nuova canzone che uscirà?
Sarà bellissimo. La produzione è di Gabriele Silvestri, un grande talento con il quale sono contentissima di aver collaborato. La canzone uscirà intorno al 20, ma ho già annunciato la possibilità di presalvare il pezzo con link in bio su tutti i miei social. Sarà una vera bomba.
Marianna Soru
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