La Black Widow, star della Marvel, Scarlett Johansson ha deciso di fare causa riguardo la questione dell’utilizzo della sua immagine AI senza il suo consenso. Una società avrebbe utilizzato il suo nome e le sue sembianze in un annuncio di 22 secondi pubblicato su Twitter. Lisa AI, l’app anni ’90 Yearbook & Avatar che tutti usano nelle ultime settimane.

Scarlett Johansson ha fatto causa ad un’app di intelligenza artificiale per aver usato la sua immagine

Variety riporta che i rappresentanti della Johansson hanno contattato l’azienda e fatto ritirare la pubblicità. Si dice che il suo avvocato Kevin Yorn si sia occupato di questa vicenda con grande tempestività. Gli utenti di Twitter hanno notato la pubblicità di Lisa AI per la prima volta il 28 ottobre e le cose sembrano essersi risolte dopo poco. “Non prendiamo queste cose alla leggera. Come nostra consuetudine in queste circostanze, affronteremo la questione con tutti i rimedi legali a nostra disposizione”, ha dichiarato Yorn a Variety. La clip in questione vede la persona di Scarlett Johansson in diverse foto generate dall’intelligenza artificiale. Una voce fake imita il suo modo di parlare e invita gli utenti a creare i propri video e immagini AI partendo da un modello dubbio. Lisa AI pensava di essere al sicuro con una scritta sotto l’annuncio che recitava: “Immagini prodotte da Lisa AI. Non hanno nulla a che fare con questa persona”. E invece.. adesso sì che ha a che fare proprio con l’attrice in carne ed ossa.

L’IA è un problema per tutti gli attori e le attrici

La Johansson non è l’unica a parlare di tutto ciò che riguarda la tecnologia AI. Clark Gregg (Avengers e Agents of SHIELD) ha infatti testimoniato davanti al Congresso in merito alla regolamentazione delle sembianze dell’IA e al suo rapporto con lo sciopero degli attori in corso. Con il livello di profilazione e di informazioni personali a disposizione delle persone in questo momento, sembra che questo sia un problema importante per la SAG-AFTRA e che dovrà essere affrontato nei prossimi anni.

“Quando fai un film di genere, diciamo di genere, magari in un universo di supereroi, ci sono scansioni di te dappertutto”, ha detto Gregg a The Wrap in un’intervista. “E sai, a un certo punto, probabilmente saranno in grado di replicarti. Questo deve avvenire con il tuo permesso, il tuo consenso, il tuo coinvolgimento. Sai, non siamo solo informazioni da inserire in un computer. L’umanità non è fatta per questo. E mi sembra che stiamo lottando per mantenere l’anima nella forma d’arte”, ha concluso.

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