Israele ieri ha colpito Jabalia, il più grande campo profughi di Gaza, con nuovi attacchi aerei, spingendo i funzionari delle Nazioni Unite per i diritti umani ad avvertire che prendere di mira aree residenziali densamente popolate “potrebbe equivalere a crimini di guerra”.
Sarebbero almeno 195 i palestinesi uccisi in due serie di attacchi aerei israeliani sul campo profughi di Jabalia a Gaza tra martedì e mercoledì, secondo un ufficio stampa governativo gestito da Hamas. Circa 120 persone risultano ancora disperse sotto le macerie e almeno altri 777 sono rimasti feriti.
Le forze armate israeliane hanno affermato di aver preso di mira e ucciso ieri Muhammad Asar, il comandante della flotta di missili guidati anticarro di Hamas, mentre martedì l’obiettivo era uccidere Ibrahim Biari, un comandante chiave di Hamas collegato all’attacco contro Israele del 7 ottobre.
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) ha affermato che il bombardamento da parte di Israele del campo profughi palestinese a Jabalia, nella Striscia di Gaza, potrebbe costituire un crimine di guerra. “Dato l’elevato numero di vittime civili e l’entità della distruzione a seguito degli attacchi aerei israeliani sul campo profughi di Jabalia, temiamo seriamente che si tratti di attacchi sproporzionati che potrebbero equivalere a crimini di guerra”, ha scritto l’agenzia Onu su X.
Le bombe hanno colpito il campo di Jabalia per la seconda volta in due giorni, polverizzando gli edifici e, secondo il ministero della Sanità diretto da Hamas, uccidendo decine di persone. Israele ha affermato che i suoi aerei da combattimento hanno effettuato l’attacco, prendendo di mira “un complesso di comando e controllo di Hamas” ed “eliminando” un numero indefinito di militanti.
I soccorritori hanno detto che sono morte “intere famiglie”. Israele ha colpito più di 11.000 obiettivi a Gaza dal 7 ottobre, quando uomini armati di Hamas hanno fatto irruzione in Israele uccidendo 1.400 persone, tra cui molti civili uccisi a sangue freddo. Molte nazioni hanno sostenuto il diritto di Israele di reagire contro Hamas, ma con l’aumento del numero dei civili sono aumentate anche le critiche alle tattiche israeliane.