La tensione tra Israele e Libano sembra aumentare, proprio mentre il leader del movimento armato libanese, Hassan Nasrallah, si appresta a tenere il suo primo discorso pubblico dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas, previsto per le 15 di oggi pomeriggio (Ie 14 in Italia). Si ritiene probabile che Nasrallah non annuncerà alcuna guerra su larga scala con Israele, ma terrà alta la retorica della “vittoria” contro “le aggressioni sioniste”, “in solidarietà con Gaza” e con l’offensiva di Hamas.
In molti si chiedono però quale sarà concretamente la posizione che Hezbollah deciderà di assumere. Il rischio è che si possa prospettare un allargamento del conflitto, il che potrebbe rendere il Medio Oriente una polveriera. Sempre giovedì il movimento sciita aveva fatto sapere di aver abbattuto un drone israeliano grazie ad un missile terra-aria.
Tuttavia, il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale statunitense John Kirby, nel corso di un briefing alla Casa Bianca, ha fatto sapere che l’intelligence americana non ha ricevuto segnali di una piena mobilitazione da parte di Hezbollah.
La situazione tra Israele e Libano
Sono ormai più di 8mila, secondo le fonti palestinesi, le vittime dei bombardamenti israeliani a Gaza. Ma circa 300 chilometri più a nord, al confine tra Israele e Libano, si sta consumando un altro scontro tra le Forze di difesa israeliane e i miliziani del partito sciita libanese Hezbollah che potrebbe portare all’apertura definitiva di un nuovo fronte di guerra. Ed è proprio lì che secondo un’indagine di Amnesty International potrebbe essersi consumato un crimine di guerra da parte di Tel Aviv, compiuto ancora sparando indiscriminatamente munizioni al fosforo bianco sulla popolazione civile. Proprio come successo, secondo Human Rights Watch, nei giorni scorsi a Gaza.
I fatti denunciati dall’organizzazione internazionale impegnata nella salvaguardia dei diritti umani, che si è avvalsa di documentazione fotografica e video, sarebbero avvenuti nell’ambito delle operazioni militari che si sono svolte tra il 10 e il 16 ottobre, pochi giorni dopo l’attacco di Hamas nel sud d’Israele. Nello specifico, proprio il 16 ottobre i militari israeliani hanno sparato, si legge, proiettili di artiglieria contenenti fosforo bianco, un’arma incendiaria il cui utilizzo sulla popolazione civile è vietato dalle convenzioni internazionali, sulla città di Dhayra ferendo almeno nove civili e danneggiando i loro beni. Per questo chiedono che venga aperto un fascicolo per valutare se sia stato commesso un crimine di guerra.
“È orribile che l’esercito israeliano abbia utilizzato indiscriminatamente il fosforo bianco in violazione del diritto umanitario internazionale – ha commentato Aya Majzoub, vicedirettrice regionale per il Libano, Medio Oriente e Nord Africa di Amnesty International – L’uso illegale di fosforo bianco in Libano, nella città di Dhayra, il 16 ottobre, ha messo seriamente in pericolo la vita dei civili, molti dei quali sono stati ricoverati in ospedale e sfollati e le cui case e automobili hanno preso fuoco”.
Abitanti e medici degli ospedali cittadini hanno raccontato di una fitta nube di fumo bianco, dall’odore forte (quello del fosforo bianco è simile a quello dell’aglio), che ha avvolto la città tutta la notte, mentre nei nosocomi arrivavano persone con problemi respiratori compatibili con l’esposizione al fosforo bianco. La polvere, spiegano, è rimasta sul terreno per diversi giorni successivi al bombardamento