Filippo Turetta ha compiuto un delitto di “inaudita ferocia“. È uno degli elementi che emergono dall’ordinanza di custodia cautelare del gip di Venezia, Benedetta Vitolo, che raccontano altri particolari dell’omicidio di Giulia Cecchettin e in cui si sottolinea come il ragazzo, arrestato in Germania dopo una fuga di 7 giorni, abbia dimostrato “una totale incapacità di autocontrollo” e come la ragazza sia stata “zittita con lo scotch” per placare le sue urla

La giudice definisce Filippo Turetta “un soggetto totalmente imprevedibile poiché, dopo aver condotta una vita all’insegna di un’apparente normalità, ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato” e sottolinea come oggi “i femminicidi” siano “all’ordine del giorno”. Lo fa nel passaggio in cui evidenzia “l’estrema pericolosità” del ragazzo, alla luce di quello che avrebbe commesso, e la possibilità che “reiteri condotte violente nei confronti di altre donne”.

Nel documento si evidenzia la “pericolosità” di Filippo Turetta, “l’inaudità gravità e la manifesta disumanità del delitto commesso ai danni della giovane donna con cui aveva vissuto una relazione sentimentale”. 

Giulia Cecchettin è stata accoltellata a 150 metri da casa. Il ragazzo l’ha aggredita nel parcheggio di via Aldo Moro a Vigonovo “a 150 metri” dalla casa dove viveva. La studentessa sarebbe poi morta nella zona industriale dove l’ex fidanzato, secondo questa ricostruzione, l’ha sbattuta con violenza a terra facendole battere la testa.

Filippo Turetta era “evidentemente ben consapevole della gravità delle sue azioni” dal momento che, dopo aver scaraventato Giulia Cecchettin a terra causandole una lesione alla testa con perdita di sangue, è fuggito. La “volontà” di uccidere Giulia Cecchettin è “palese” anche considerando il fatto che si è trattato di “un’aggressione a più riprese”.

Nel capo d’imputazione, si legge che Turetta “dopo avere colpito Giulia Cecchettin con calci mentre essa si trovava a terra, tanto da farle gridare ‘mi fai male’, costringeva quest’ultima a salire sulla propria auto allontanandosi dal luogo dei fatti fintantoché Cecchettin riusciva a fuggire inseguita da Turetta che l’aggrediva provocandone la caduta e producendole ulteriori sanguinamenti che determinavano, insieme ad altre lesioni derivanti da ripetuti colpi di arma da taglio, uno ‘shock emorragico’ e, quindi il conseguente decesso“.

La vittima “è stata scaraventata a terra con tale violenza all’altezza del marciapiede che non ha dato più segni di vita ed è stata caricata a bordo dell’auto dall’aggressore”.