Nessuno degli ostaggi nelle mani di Hamas lascerà vivo il territorio palestinese se le richieste del movimento islamico non saranno soddisfatte. Minacce cui le autorità israeliane hanno risposto intensificando i combattimenti. La guerra continuerà “finchè sarà necessario per garantire che Hamas non possa mai più danneggiare il nostro popolo”, ha detto il portavoce del governo israeliano Eylon Levy.
A Gaza rimangono circa 137 ostaggi nelle mani di Hamas, ha fatto sapere Israele, mentre la guerra ha già causato quasi 18 mila morti tra i palestinesi e 98 tra le forze armate dello stato ebraico. Il Qatar, principale mediatore tra le due parti, ha assicurato che gli sforzi per un nuovo cessate il fuoco e ulteriori rilasci di ostaggi “continueranno”, ma ha avvertito che i bombardamenti israeliani stanno “riducendo” le possibilità.
Il movimento islamico ha affermato che Israele ha lanciato una serie di “attacchi molto violenti” domenica mattina contro la città meridionale di Khan Younis e l’autostrada che collega la città a Rafah, sul confine con l’Egitto. L’esercito israeliano ha riferito di aver colpito più di 250 obiettivi in 24 ore, compresi i centri di Hamas e gli ingressi dei tunnel nel sud di Gaza. Secondo entrambe le parti, gli scontri tra soldati e miliziani palestinesi sono concentrati soprattutto nella regione di Khan Younis a sud, e a Jabaliya e Gaza City a nord. Da parte sua, Hamas ha continuato a lanciare razzi contro Israele; la stragrande maggioranza è stata intercettata.
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite si riunirà domani per discutere della situazione a Gaza. Lo ha comunicato il presidente Dennis Francis.
Venerdì gli Stati Uniti hanno posto il veto alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco, appoggiata da quasi tutti gli altri membri. Il Regno Unito si è astenuto. Nella bozza del testo, l’Assemblea generale chiede “un cessate il fuoco umanitario immediato” e il “rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”.