Riuscire a parlare in modo critico di un prodotto come Dune – Parte Due non è esattamente il complito più semplice del mondo. Siamo di fronte ad un’opera, lo anticipiamo subito, meravigliosa. Superate le preoccupazioni tirate su da Villeneuve sulla fattibilità di un secondo capitolo in base agli incassi del primo, si è affacciato sulla strada di Dune – Parte Due prima lo sciopero degli sceneggiatori, poi quello degli attori. Ne è conseguito, quindi, un rinvio di diversi mesi, da novembre 2023 a fine febbraio 2024. Ma finalmente è in arrivo nelle nostre sale la seconda opera di Denis Villeneuve basata sui romanzi fantascientifici di Frank Herbert. E se la prima parte aveva l’unico difetto di essere piuttosto introduttiva (anche se necessaria vista la grandezza del mondo di Dune), questa seconda esplode nella sua narrazione, nel suo mondo vivo e che respira. Dune – Parte Due è un’opera mastodontica che surclassa in ogni aspetto un film già meraviglioso come il precedente. Quello a cui si assiste durante la sua visione è uno dei più importanti film di fantascienza degli ultimi 30 anni, se non uno dei più importanti di sempre. Villeneuve gira un poema epico immenso in ogni suo aspetto, dal taglio registico, alla fotografia di Greig Fraser, fino alla prova attoriale straordinaria del cast. Dune – Parte Due rimarrà scolpito nella storia del mezzo cinematografico, non può essere altrimenti.

Dune – Parte Due: cast e stelle

Timothée Chalamet e Zendaya in una scena del trailer

In perfetta continuità con il primo, Dune – Parte Due riprende in mano la storia di Paul Atreides (Timothée Chalamet) nel deserto di Arrakis insieme a sua madre Lady Jessica (Rebecca Ferguson) scortati dai Fremen, dopo la caduta di casa Atreides per mano degli Harkonnen. Paul è desideroso di vendetta e inizia a sviluppare un rapporto sempre più stretto con Chani (Zendaya), una giovane Fremen. Il piano del giovane Paul è quello di scatenare una guerra contro il barone Vladimir Harkonnen (Stellan Skarsgard) e, di conseguenza, contro l’imperatore Shaddam (Christoper Walken). Le visioni e i sogni premonitori che Paul continua ad avere auspicano per lui un futuro di gloria, insieme, però, a morte e distruzione in suo nome. Mentre coltiva il suo piano di vendetta, i Fremen cominciano a vedere in lui il messia Mahdi, profetizzato anticamente dal popolo del deserto. Questo è tutto quello che vogliamo dirvi sul film, per evitare troppi spoiler o anticipazioni di sorta. La figura di Paul, rispetto al primo film, cambia drasticamente. Se nel precedente è un giovane altolocato che deve ereditare i possedimenti di famiglia, in questo secondo capitolo la sua tridimensionalità esplode. La sete di vendetta lo asciuga, lo incattivisce, rende il personaggio spigoloso e incredibilmente approfondito. Anche e soprattutto grazie alla meravigliosa interpretazione di Chalamet, alla sua più grande prova attoriale in carriera, senza alcun dubbio. Ma l’intero cast è in stato di grazia: Zendaya si riconferma per l’incredibile attrice poliedrica quale è. Austin Butler grandioso nella pazzia del suo personaggio. Rebecca Ferguson (forse la migliore di tutto il film) magnetica, elusiva e spettacolare. Così come la stessa Florence Pugh che, nonostante il basso screentime, buca lo schermo. Siamo di fronte ad una gestione del cast eccezionale da parte di Villeneuve che, anche grazie alla loro bravura, spreme gli attori al meglio delle loro capacità.

La nuova stella polare

Il punto focale nell’analisi di quanto Dune – Parte Due sia un film grandioso, non risiede tanto nel cast, ma quanto in tutto ciò che concerne la sua scrittura e la sua messa in campo. Villeneuve è uno dei talenti più grandi del cinema americano, questo è assodato. Ma con questa opera, raggiunge vette inesplorate nella messa in scena di un blockbuster. Un tale sforzo produttivo e di strapotere artistico è riscontrabile solamente nella trilogia de Il Signore degli Anelli. Dune (in attesa del terzo film) si avvicina e non stona accanto alla migliore trilogia della storia del cinema ma anzi, diventa un nuovo punto fermo, un nuovo spartiacque nella cinematografia mondiale come furono i capolavori ineguagliabili di Peter Jackson. Dune diventa la nuova stella polare per le giovani generazioni di cinefili che possono ritrovare le emozioni in sala che solo quei tre film hanno saputo regalare. Attraverso una cura delle immagini maniacale (non c’è una singola sbavatura registica), dove ogni frame è un quadro da ammirare, Denis Villeneuve costruisce goccia dopo goccia un mondo vivo e che respira aria propria. Un mondo dove i giochi di potere tra casate, le profezie, la religione e il capitalismo si interfacciano perfettamente con uno stile talmente tanto riconoscibile da essere già icona. L’anticolonialismo si unisce all’aspra critica al fanatismo religioso. E se nella parte uno la ricerca del proprio posto e del proprio io era la tematica principale, Dune – Parte Due è un film che parla di genitori e figli, di lascito ed eredità da cogliere. Un film mastodontico che non lascia spazio a parole. Forse, solo ad una visione commossa ed una costante Epifania di fronte a fantascienza così innovativa.

Alessandro Libianchi

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