La A24 ha da poco rilasciato il primo trailer di I Saw the TV Glow, secondo lungometraggio diretto da Jane Schoenbrun, già regista dell’horror We’re All Going to the World’s Fair inedito in Italia. Questa seconda pellicola è prodotta da Fruit Tree (la casa di produzione di Emma Stone) e dalla A24, che si occupa anche della distribuzione americana. L’uscita è prevista per il 3 maggio e non è ancora chiaro se avrà una distribuzione italiana. Il film è stato presentato a gennaio al Sundance Film Festival ricevendo il plauso della critica, che lo ha definito uno “stupefacente psicodramma a tinte horror a basso budget”.

Justice Smith interpreta Owen, che stringe amicizia con la compagna di classe più grande Maddy (Brigette Lundy-Paine che abbiamo imparato a conoscere in Atypical). I due si appassionano ad un programma televisivo chiamato The Pink Opaque. La serie TV narra le vicende di Tara (Lindsay Jordan) e Isabela (Helena Howard), due adolescenti con un forte legame psichico. I due si rendono conto che l’universo di The Pink Opaque comincia a confondersi con la realtà. Owen cerca inizialmente di ignorare la cosa, ma dovrà scontrarsi con la realtà quando Maddy scomparirà in concomitanza alla cancellazione della serie. Potete vedere il trailer qui.

I Saw the TV Glow: a ritmo di musica

Owen (Justice Smith) e Maddy (Brigette Lundy-Paine) in una scena del trailer

Uno degli elementi del film che è risaltato di più durante le proiezioni al Sundance e a Berlino qualche settimana fa, è la colonna sonora. Infatti, Schoenbrun ha scritturato diversi musicisti tra cui Fred Durst, che interpreta Frank il padre di Owen. O ancora la cantante Lindsay Jordan che interpreta Tara o Phoebe Bridgers, che appare in un breve cameo e avrà un brano inedito all’interno del film con gli Sloppy Jane, sua ex band.

La regista Jane Schoenbrun ha così dichiarato in un’intervista a The Hollywood Reporter: “Siamo noi stessi, e siamo anche condizionati dai segnali invisibili che riceviamo da tutto ciò che ci circonda. Almeno per me, credo che questi scorci di altri mondi attraverso lo schermo durante l’infanzia fossero spesso segnali di qualche forma di magia o di diversità o di possibilità nascosta in qualche modo ai margini del mondo normale in cui stavo crescendo. E non credo che questa sia un’esperienza che vivono solo le persone trans queer.”

Alessandro Libianchi

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