«Once a Potterhead, Always a Potterhead.». Sono trascorsi diversi anni da quel 26 giugno 1997, giorno della pubblicazione di Harry Potter and the Philosopher’s Stone, primo volume della saga nata dalla formidabile penna di J.K. Rowling, eppure la “pottermania” non ha mai dato segni di cedimento. Sette romanzi, otto film, uno spettacolo teatrale, uno spin-off ancora in corso, una consistente manciata di libri, manuali e videogiochi dedicati al maghetto inglese, parchi a tema e studios cinematografici presi d’assalto dagli appassionati di ogni Paese. Le avventure di Harry e dei suoi amici sono il rifugio sicuro di una generazione, cresciuta insieme a lui e che non sarà mai pronta a lasciarlo andare, e un mondo tutto da scoprire per i più giovani.
Sono proprio questi ultimi, probabilmente, il target individuato dalla Warner Bros. Il colosso statunitense aveva già prodotto la trasposizione per il grande schermo dell’opera letteraria. Ora, a distanza di tredici anni dall’uscita di Harry Potter and the Deathly Hallows – Part 2, epilogo dell’epopea fantasy, è intenzionata a rilanciare il franchising con una serie. Le informazioni a riguardo sono poche e nebulose ma, orientativamente, si punta al 2026. Naturalmente, all’annuncio, i fans sono impazziti di gioia; restano, però dei dubbi riguardo il risultato finale. Le pellicole, che hanno visto avvicendarsi numerosi registi, sono state apprezzate, ma con riserva. Sono,infatti, andati perduti dei passaggi, alcuni dei quali molto rilevanti, presenti nella storia originale, cosa che ha fatto storcere il naso a più di un lettore. La speranza è che una TV series, avendo a disposizione un minutaggio maggiore, si prenda il suo tempo. Ma in che modo lo show potrebbe rendere giustizia al best seller tanto amato da bambini ed ex bambini di tutto il mondo?
Harry Potter: due errori fondamentali da non fare nella serie
Ci vuole calma. Con oltre tremila pagine di narrazione, la Rowling non si è di certo risparmiata. Il microcosmo potteriano è complesso e ben articolato, curato al dettaglio, e una serie TV potrebbe donargli l’attenzione necessaria, non avendo limiti. Per poter lavorare in modo serio e minuzioso, occorrerebbe dedicare una stagione a ogni libro, aumentando il numero degli episodi, qualora serva. L’importante è non avere di “arrivare al sodo”; i potterheads sanno aspettare, quando ne vale la pena.
Chi l’ha visto? Che fine hanno fatto Charlie Weasley, Pix e Winky? Gli spettatori se lo stanno ancora chiedendo. Tagliare completamente loro e molti altri non avrà inciso in modo drammatico sulla trama, ma l’assenza di queste comparse, in alcuni casi, ha tolto spessore ad altri personaggi, ben più importanti. Basti pensare alla povera elfa, fonte d’ispirazione per Hermione e il suo comitato di liberazione C.R.E.P.A.; un particolare apparentemente futile, ma che dona alla brillante strega un’umanità a volte schiacciata dalla sua intelligenza.
Parola d’ordine: seguire i romanzi
Taglia e cuci (male). Non si ha la pretesa che lo script segua parola per parola il testo dell’autrice britannica (o forse sì?), ma i lungometraggi hanno omesso troppi momenti, magari non essenziali, ma potenti. L’addio tra Harry e Dudley, relegato a mero contenuto extra del DVD. I tranelli e i mostri nel labirinto, ultima prova del Torneo Tremaghi, ridotto a una passeggiata un po’ frenetica, nell’adattamento cinematografico. E poi ancora, il commovente omaggio dei presidi di Hogwarts all’eroico Potter, o l’introduzione degli Horcrux. Troppo importante per non essere trattata con la giusta cura dal telefilm.
Libro VS Film. A Tradire l’Esercito di Silente non è stata Cho Chang, ma Marietta Edgecombe. A uccidere Voldemort non è stata la distruzione dell’ultimo Horcrux, come il film lascia intendere, ma un Avada Kedavra scagliato con la bacchetta di Sambuco, che gli si ritorce contro. Bacchetta che, oltretutto, non viene spezzata a metà e gettata via dal protagonista, come accade nella versione di David Yates. Harry la utilizza un’ultima volta per riparare la sua, poi la ripone nella tomba di Albus Silente, il suo ultimo proprietario. Differenze sostanziali, da rivedere.
È un fantasy, non un teen drama. I turbamenti adolescenziali tirano, c’è poco da fare, ma non devono prevalere. La stessa scrittrice, da The Goblet of Fire in poi, dedica molto più spazio alle dinamiche relazionali del trio e dei personaggi secondari. I bimbi sono diventati ragazzi, e bisogna tener conto dei cambiamenti emotivi legati a questa nuova fase della vita. Ecco, dunque, che nascono i primi amori, le amicizie si fanno più difficili, i rapporti con gli adulti si complicano. Il talento di J.K. Rowling sta proprio nel saper dosare, tenendo in equilibrio l’elemento umano con quello fantastico, fondendo il romanzo di formazione con il fantasy. Giusto, dunque, affrontare l’elemento romance, ma con misura. Il professor Severus Piton, in The Half-Blood Prince, compie azioni di vitale importanza per dare il via agli eventi che condurranno alla fine. Nell’adattamento per il cinema,però, tutto ciò è completamente offuscato dal flirt tra Ron e Lavanda. Un errore da non ripetere.
“Occhio” alle descrizioni e ai caratteri
Cinquanta sfumature di verde. «Hai gli occhi di tua madre!». Quante volte Il Ragazzo che è Sopravvissuto se l’è sentito dire, in riferimento ai suoi caratteristici occhi verdi, ereditati dalla defunta madre? Buffo, dunque, aver visto in sala un Harry Potter dalle iridi blu. Daniel Radcliffe ha dichiarato di aver provato più volte a usare le lenti colorate, ma di aver rinunciato in seguito a una forte irritazione. Glielo perdoniamo, ovviamente, ma quello che non possiamo lasciar correre è un flashback riguardante la sua mamma, Lily Evans, che viene mostrata quando era una piccola e graziosa ragazzina dagli occhi…marroni. Occorrerà rileggere le descrizioni, prima dei casting.
Il caso Ginny. L’ultima arrivata in casa Weasley è, inizialmente, al margine della vicenda; da un certo punto in poi, tuttavia, la sua bellezza e, soprattutto, la sua travolgente personalità, esplodono, facendola diventare a tutti gli effetti uno dei personaggi cardine della saga. Il carattere determinato e pungente della fanciulla non sboccia mai nei film, e Ginny resta ingabbiata nel suo ruolo di “donna dell’eroe”, senza mai evolvere realmente. Un vero peccato, data la rilevanza di questa figura femminile; speriamo venga trattata meglio nello show.
Immergersi nel mondo di Harry Potter
Giuro solennemente di non avere buone intenzioni! Sirius Black, James Potter, Remus Lupin e Peter Minus, in arte I Malandrini, sono di certo il quartetto più divertente e amato dal fandom. Con le loro scorribande, la loro alleanza (quasi) indissolubile e, naturalmente, la loro Mappa, sono le simpatiche canaglie di cui vorremmo sapere di più. Sarebbe dunque interessante, nel corso delle puntate, avere qualche approfondimento in più su Lunastorta & Co., magari attraverso qualche tuffo nel passato.
Beda il Bardo e gli altri. La trilogia di Fantastic Beasts ha già messo in luce Newt Scamander e i suoi Animali Fantastici. Tra i banchi di scuola, o nella biblioteca del castello, però, sono presenti altri libri di testo e altri volumetti che potrebbero rivelarsi interessanti excursus. Le Fiabe di Beda il Bardo sono molto importanti (da esse è tratta The Tale of the Three Brothers, chiave di comprensione per i Doni della Morte), ma anche le altre fiabe sono evocative e particolari, e potrebbero essere portate sul piccolo schermo, magari con delle sequenze animate, com’è stato per la Storia dei Tre Fratelli.
FantaQuidditch. Il campionato scolastico, la Coppa del Mondo, sempre all’inseguimento del Boccino d’oro. Il Quidditch non è uno sport, ma una vera religione dentro e fuori le mura della Scuola di Magia. Peccato che, nei film, la disciplina, con l’eterna lotta tra Grifondoro e Serpeverde, combattuta a colpi di Bolide, sia stata molto messa da parte, e ridotta a pochissime scene. Con il budget a disposizione, è presumibile che molti più effetti speciali verranno investiti per le capriole del nostro Cercatore preferito, a bordo della sua Nimbus 2000 (e della Firebolt).
Il 2026 è lontano, e per il momento ci sono solo speculazioni. Non resta che aspettare fiduciosi, ingannare l’attesa rileggendo tutto per l’ennesima volta e rispondere ai Babbani che, infastiditi da ogni news su Harry Potter, chiederanno: «Dopo tutto questo tempo?», nell’unico modo possibile: «Sempre.».
Federica Checchia
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