Josh Hartnett ha dichiarato al quotidiano britannico Guardian che la quantità di attenzioni che stava ricevendo ha avuto un ruolo nella sua decisione di allontanarsi da Hollywood all’apice della popolarità.

Le esperienze di stalking da incubo di Josh Hartnett

Grazie al successo della pellicola, il giovane interprete diventa così un volto noto al grande pubblico, ottenendo una notorietà in fondo non desiderata:

Pearl Harbor è stato di gran lunga il film più importante a cui ho lavorato, ero in trepidazione, felice per l’ammontare del lavoro e del regista con cui avevo a che fare. Volevo fare ruoli diversi, evitando di diventare uno stereotipo, in precedenza avevo fatto molte parti non propriamente positive. Ero spaventato anche dal fatto che mi avrebbe portato successo, e ho valutato se prendere la strada più spaventosa e farne parte. Il film è diventato popolare, sono finito sulla copertina di molte riviste ed è cambiata la percezione che la gente aveva di me. Quando ero nel ben mezzo di tutto questo, a 21 anni circa, non potevo veramente capire cosa volesse dire. È stato per certi versi emozionante, perché tutti si aspettavano di vedermi nel mio prossimo film e ho avuto la possibilità di lavorare con Ridley Scott [Black Hawk Down] e Harrison Ford [Hollywood Homicide], persone che ho sempre ammirato.”

L’attore ha continuato: “Ci sono state molte cose. È stato un periodo strano. E io non avevo intenzione di fare da macina per il mulino“. Hartnett ha rivelato che, per questo motivo oltre a rifiutare per due volte il ruolo di Superman, ha rifiutato anche quello di Batman ne Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan, ruolo che alla fine è andato a Christian Bale.

Non volevo che la mia vita fosse fagocitata dal mio lavoro. E all’epoca c’era l’idea di rinunciare a tutto. E abbiamo visto cosa è successo ad alcune persone all’epoca. Sono state cancellati da questo. Non volevo che accadesse anche a me“.