“Oggi mi trovo a Waterloo dopo giorni estremamente difficili”. Così Carles Puigdemont, con un post su X, ha rotto il silenzio dopo essersi presentato ieri a Barcellona riuscendo poi a eludere il mandato di cattura vigente a suo carico in Spagna. “Avevo già detto che non ho mai pensato di consegnarmi volontariamente né di agevolare il mio arresto, perché mi sembra inaccettabile essere perseguitato per motivi politici”, ha aggiunto il leader secessionista catalano.

La sua apparizione pubblica, trasmessa anche da diversi canali televisivi, ha fatto sorgere il sospetto in ambienti della polizia che non ci fosse l’intenzione di arrestare l’esponente politico. Tuttavia, va detto che tecnicamente in quel momento sarebbe stato difficile far scattare le manette, a causa del gran numero di persone presenti attorno a Puigdemont, secondo quando spiegato da Inma Viudes, portavoce del principale sindacato dei Mossos d’Esquadra (SAP-FEPOL).

“Con più di duemila persone intorno, arrestare Puigdemont avrebbe causato problemi di ordine pubblico, che dobbiamo evitare a tutti i costi. Dovevamo cercare il momento giusto per arrestarlo”, aggiunge. E quel momento non è mai arrivato.

Puigdemont nel suo post ha poi definito “delirante” l’operazione attivata ieri dalla polizia catalana per cercare di intercettarlo dopo che era riuscito a far perdere le sue tracce a Barcellona. E ha additato come “degradante” il ruolo svolto dagli attuali responsabili del corpo, sostenendo che, quando era lui governatore della Catalogna, i Mossos organizzavano dispositivi simili per bloccare “terroristi” come quelli dell’attentato di agosto 2017 sulle Ramblas e non “un esponente politico con un mandato di cattura respinto da tutta Europa e che non ha ucciso nessuno”. Puigdemont ha anche chiesto tempo per riposarsi dopo “migliaia di chilometri in pochi giorni e molte giornate con una tensione difficile da spiegare” prima di poter “analizzare la situazione politica” alla luce degli ultimi fatti. “Capisco le ragioni per cui la Corte Suprema ha l’ossessione di volermi catturare, ma né l’operazione di polizia né la reazione dei vertici politici e della sicurezza è comprensibile o accettabile”, ha concluso.

Il capo dei Mossos, Eduard Sallent, ha paragonato Puigdemont a Jimmy Jump, istrionico personaggio catalano diventato famoso per le incursioni di campo duramte eventi spostivi internazionali: “La sua è sembrata più un’incursione di Jimmy Jump che l’arrivo di un ex governatore”, ha detto in una conferenza stampa durante la quale, per oltre due ore, i responsabili catalani dell’ordine pubblico hanno cercato di chiarire l’accaduto. In altre parole, un modo per spiegare che la polizia era sì pronta a un possibile ritorno di Puigdemont in Spagna, anche perché da lui stesso ampiamente preannunciato, ma non a una fuga come quella messa in atto.