L’ultima indiscrezione emersa dagli ambienti investigativi indica che nella notte in cui Sharon Verzeni è stata uccisa, le telecamere hanno immortalato nella zona di via Castegnate, la via in cui è avvenuto il delitto, un uomo in bicicletta. Ci sono frame che individuano l’uomo proprio nell’ora dell’omicidio, mentre percorre la strada in contromano. Potrebbe trattarsi di un testimone cruciale per risalire all’assassino, ma potrebbe anche essere la stessa persona che ha accoltellato a morte con quattro fendenti la 33enne. Come spiega il Giorno, i carabinieri confermano che dalle immagini della videosorveglianza «sono ripresi molti soggetti a piedi, in bicicletta e in moto. E finché ognuno di loro non sarà identificato son odi interesse investigativo».
Per le sue passeggiate serali, Verzeni non avrebbe avuto un percorso fisso. Capitava anche che uscisse con il suo compagno Sergio Ruocco, con il quale spesso variava il tragitto tra le strade del paese. La sera del delitto, dopo essere uscita da casa sua in via Merelli, la barista era arrivata fino al centro sportivo per poi proseguire fino a via Castegnate. Pochi passi considerando il tempo impiegato. Un dettaglio su cui si concentra la criminologa Roberta Bruzzone sentita dall’AdnKronos: «La dinamica del delitto indica chiaramente che Sharon ha avuto un’interazione prolungata con il suo carnefice prima di essere uccisa». Secondo Bruzzone, Verzeni aveva «percorso 630 metri in 50 minuti». E proprio in quel lasso di tempo, il cellulare della 33enne aveva generato traffico. Non è ancora chiaro se si sia trattato di messaggi o chiamate. Se Verzeni fosse in contatto con la persona che l’ha uccisa, sarà l’analisi dello smartphone a chiarirlo. «Non si tratta di un’aggressione improvvisa – dice Bruzzone – ma di un incontro prolungato, durante il quale la ragazza ha interagito con il suo carnefice».
Omicidio Sharon Verzeni, profilato il Dna degli abitanti di Terno d’Isola (come per Yara)
Come per il caso di Yara Gambirasio, la 13enne rinvenuta morta tre mesi dopo la scomparsa: per trovare l’assassino vennero analizzati oltre 22mila Dna. Così a Terno d’Isola è stato dato il via allo stesso modus operandi per trovare il killer di Sharon Verzeni, la barista 33enne uccisa a coltellate in strada a un chilometro da casa. Due settimane di ricerche a vuoto hanno portato gli investigatori a dare una spinta decisiva alla caccia. Così da giorni i carabinieri stanno acquisendo il Dna di decine di persone, delle zone limitrofe ma non di Terno d’Isola. Si tratta però di analisi mirate e «ad esclusione» – come riferiscono fonti investigative -, per confrontare quei Dna con le tracce genetiche rinvenute nella zona del delitto. Nessuna profilazione a tappeto, dunque. Non è escluso che nei prossimi giorni anche alcuni abitanti del paese bergamasco, in particolare i residenti in via Castegnate, possano essere coinvolti. Intanto qualcuno si è persino presentato spontaneamente in caserma, dicendosi felice dei controlli, ad altri presto toccherà la stessa sorte. Tutto ruota intorno a quei 50 minuti di passeggiata notturna della ragazza tra il 29 e il 30 luglio scorsi: i carabinieri hanno esaminato praticamente tutte le telecamere pubbliche e private della zona, senza risultati. È emerso però che mentre Verzeni veniva uccisa, nelle strade intorno si muoveva circa una decina di persone: qualcuno a piedi, qualcuno in bici, altri in auto. Tutti sono stati contattati per essere interrogati. Gli inquirenti sono sempre più convinti che l’assassino conoscesse molto bene quella zona residenziale, al punto che possa essere scappato attraverso proprietà private per evitare le telecamere di videosorveglianza.