Un membro dell’ONU, quale Israele, mette al bando un’agenzia onusiana per continuare a violare il diritto internazionale: il caso UNRWA.
Il recente voto del Parlamento israeliano per vietare le operazioni dell’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite che da oltre settant’anni fornisce assistenza ai rifugiati palestinesi, sta sollevando profonde preoccupazioni a livello internazionale. Definito “scandaloso” dall’UNRWA stessa, il divieto rischia di compromettere gravemente l’assistenza umanitaria in una Gaza già devastata da una crisi inarrestabile. La decisione israeliana segue l’accusa di presunti legami tra dipendenti dell’agenzia e Hamas, un’accusa che l’UNRWA ha respinto categoricamente, rivendicando la neutralità della sua missione umanitaria.
Il divieto di Israele contro Unrwa: motivazioni e contesto
La messa al bando dell’Unrwa da parte del Parlamento israeliano si inserisce in un contesto politico già carico di tensioni e disaccordi con le Nazioni Unite, spesso criticate da Israele per posizioni ritenute troppo favorevoli ai palestinesi. Il divieto di operare sul territorio israeliano, che include le zone controllate direttamente dal governo in Cisgiordania, si basa su accuse, da parte di esponenti di destra del parlamento, di presunta “complicità” dell’Unrwa in attività ostili a Israele. Alcuni deputati hanno contestato l’approccio dell’agenzia, sostenendo che le sue scuole e i suoi programmi educativi diffondano messaggi anti-israeliani, un’accusa che l’Unrwa ha sempre negato, sottolineando invece il proprio impegno per la neutralità e la protezione dei diritti dei rifugiati.
Il voto parlamentare, sostenuto da esponenti di spicco come Yuli Edelstein, presidente della commissione Affari Esteri e Difesa, rispecchia l’accusa verso l’Unrwa di fungere da “strumento del terrore” e di favorire un’educazione anti-israeliana nelle sue scuole. Edelstein ha dichiarato che l’agenzia si è dimostrata un alleato di Hamas, citando anche la possibilità che le strutture dell’Unrwa siano state utilizzate per scopi militari. Le accuse, secondo il Times of Israel, si sono intensificate dopo i fatti del 7 ottobre 2024, data che Israele associa a una serie di eventi tragici e attentati ai suoi cittadini, imputando alcuni dipendenti dell’agenzia per un coinvolgimento diretto nei combattimenti.
Il ruolo storico dell’UNRWA, agenzia di aiuti umanitari
Dal 1949, l’Unrwa opera come una delle poche istituzioni dedicate a fornire supporto ai rifugiati palestinesi, con servizi che spaziano dall’assistenza sanitaria all’istruzione. La sua presenza è particolarmente cruciale nella Striscia di Gaza, dove milioni di persone dipendono dall’agenzia per bisogni di base. Con 400 scuole e 65 centri medici tra Cisgiordania e Gaza, l’Unrwa è una risorsa vitale, ma il divieto imposto da Israele rende difficile mantenere tale sostegno. L’ONU ha espresso preoccupazioni, evidenziando come l’eliminazione delle operazioni di soccorso intensifichi il rischio di una catastrofe umanitaria su larga scala (Jerusalem Post e Al Jazeera)
La decisione di Israele ha suscitato reazioni dure da parte di diversi Paesi, inclusa la preoccupazione dell’Unione Europea. L’ambasciatrice statunitense presso le Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, ha criticato la mossa, sostenendo che la decisione potrebbe avere “gravi ripercussioni umanitarie” e costituire una violazione degli accordi internazionali. Inoltre, il Segretario Generale dell’ONU, António Guterres, ha esortato il governo israeliano a ritirare il provvedimento, sottolineando che l’Unrwa è una risorsa critica per l’assistenza ai rifugiati e per la stabilità regionale.
Israele sta togliendo a Gaza l’unico sostegno, l’UNRWA non è terrorismo
Senza l’intervento dell’Unrwa, i rifugiati palestinesi si troveranno ancora più isolati, con la crescente paura di non avere più alcun sostegno internazionale. L’agenzia è già stata duramente colpita dai tagli dei finanziamenti imposti dagli Stati Uniti e da altri Paesi, come riportato da Al Jazeera, con donatori che hanno temporaneamente sospeso il sostegno a seguito delle accuse di Israele. Questa situazione si traduce in una possibile escalation di fame e disperazione a Gaza, dove oltre il 70% della popolazione già soffre di scarsità alimentare e vive in condizioni insostenibili
Il divieto dell’Unrwa in Israele segna un ulteriore deterioramento delle relazioni tra Israele e le Nazioni Unite e pone l’agenzia davanti a sfide di sopravvivenza senza precedenti. La comunità internazionale, specialmente i Paesi dell’Unione Europea e l’ONU, si trova ora di fronte a una scelta critica: intervenire per garantire la continuità degli aiuti a Gaza o lasciare che la popolazione civile subisca le conseguenze di una crisi sempre più grave.
A Israele non dovrebbe essere permesso sabotare l’UNRWA, non si tratta di politica ma di diritto internazionale
La decisione di Israele di impedire le operazioni dell’Unrwa è più di una scelta politica: è una sfida diretta al diritto internazionale. L’Unrwa non è solo un’agenzia di assistenza, ma un elemento fondamentale del sistema delle Nazioni Unite, creato per garantire protezione, istruzione e assistenza sanitaria ai rifugiati palestinesi, un impegno che la comunità internazionale ha stabilito da decenni. Il diritto internazionale, attraverso la Convenzione di Ginevra e i protocolli delle Nazioni Unite, obbliga gli Stati a rispettare i diritti umani e a fornire assistenza ai civili in aree di conflitto, senza discriminazioni. Ignorare questi obblighi e bloccare un’agenzia come l’Unrwa non è solo un abuso di potere, ma una grave violazione del diritto internazionale.
Israele, come membro delle Nazioni Unite, è obbligato a rispettare il diritto internazionale, e la comunità internazionale deve vigilare affinché le sue azioni non contraddicano i principi universali di giustizia e umanità. L’Unrwa rappresenta uno degli ultimi legami tra Gaza e un minimo di assistenza umanitaria; sabotarla significa condannare milioni di persone alla disperazione. La responsabilità della comunità internazionale è chiara: non può permettere che un singolo Stato utilizzi la propria sovranità per calpestare i diritti fondamentali di una popolazione vulnerabile.
Maria Paola Pizzonia, Autore presso Metropolitan Magazine