Un esordio esplosivo al Coffepot per la prima serata di Metrò: un treno carico di musica e cultura per il nuovissimo evento della movida romana targato Metropolitan Magazine Italia.

Una nuova forma di comunicazione e di condivisione quella che è andata in scena Giovedì scorso al Coffepot di Piazza Bologna. Il nostro giornale è uscito dal web ed è diventato realtà, portando a un vasto pubblico gli argomenti, gli artisti e le notizie che costituiscono Metropolitan. Numerosi gli ospiti che ci sono venuti a trovare per questa prima serata: Alice Caronna e Adriano Brancato ci hanno accompagnato con i loro frizzanti live musicali; le registe di Klunni ci hanno raccontato il loro coraggioso progetto; Le Coliche e le Prime Donne hanno mangiato, bevuto e riso insieme a noi; i Dickson Experimental Sound ci hanno fatto vibrare con il loro potente DJ set e soprattutto c’erano tutti i ragazzi che scrivono per Metropolitan: un’occasione unica per evadere da smartphone e computer e guardarsi negli occhi, brindare e sorridere insieme.

I primi a raggiungerci nel salotto delle interviste Metropolitane sono stati Alice Caronna e Adriano Brancato, prima della loro coinvolgente ed appassionata esibizione live. Lei, giovanissima musicista di grande carisma, ha un progetto musicale che tocca con leggerezza l’emotività profonda delle persone comuni, nell’ambito della vita quotidiana. Lui, classe ’84, forma il suo repertorio da una bella conoscenza musicale tra il tradizionale e l’avanguardia. Abbiamo parlato con entrambi di esordi, ispirazione, progetti attuali e intenzioni future, dove il filo conduttore di ogni discorso portava inevitabilmente ad una smisurata passione per la musica. Mentre Alice aspetta di laurearsi in Sound Design allo IED, per potersi dedicare completamente alla produzione della sua musica, Adriano ci anticipa che il suo EP uscirà entro quest’anno. Non si sa ancora la data precisa, ma ha promesso di tenerci aggiornati.

Durante la nostra chiacchierata, Alice Caronna ha svelato le ispirazioni delle sue canzoni, ricche di testi semplici ed intensi allo stesso tempo, rendendoci partecipi del suo incredibile processo creativo. “Io penso che un po’ come tutti i cantautori, l‘ispirazione si trova da ciò che viene da dentro. Non mi è mai capitato di dovermi mettere seduta ed obbligarmi a scrivere un pezzo, sono sempre molto ispirata da ciò che sto provando in quel momento. Torno a casa e di getto scrivo un pezzo, magari in pochissimo tempo, anche in mezz’ora e poi lo sistemo il giorno dopo. Quando scrivo le canzoni mi escono così, d’improvviso, per quello che sto provando, che sto sentendo in quel momento.” 

Adriano Brancato, invece, ci ha parlato un po’ di sé. Partendo da una vecchia intervista, nel quale si chiedeva appunto “chi è Adriano?”, ci ha raccontato come è cambiato e soprattutto in cosa: “Sono passati cinque anni da quando mi avevano posto quella domanda, adesso sono più a fuoco, ho capito meglio cosa voglio fare con la mia musica. Faccio quello che voglio fare in tutta onestà, in tutta semplicità, molto più consapevole. Ci sono stati molti studi nel canto, tante lezioni, tanti lavori con musicisti che mi hanno portato ad avere molta più tranquillità in generale.”

Dalla musica al cinema, nel salottino del CoffePot arriva Klunni: il progetto di Francesca Conte e Sara Col, due giovani e intraprendenti registe italiane. Klunni vuol dire clown, in islandese, ed è un progetto nato lo scorso gennaio dalla passione per il genere thriller psicologico. Questo lavoro scava nel dramma della pedofilia, mostrando i danni del trauma che rimane sepolto nella mente e riaffiora con i ricordi scatenando vendetta e violenza. Studiata nei minimi dettagli, la storia di cinque giovani universitari, vedrà lo scontro con realtà che fanno paura perché frutto dei mali nascosti tra i ricordi. Le due bellissime registe ci raccontano le difficoltà di intraprendere un genere cinematografico particolare, su un tema altrettanto delicato:  “Il progetto, fin dall’inizio, è stato difficile per la delicatezza con cui andava trattata una tematica del genere. Questa esperienza ha rafforzato anche il rapporto di amicizia che c’era tra di noi. E’ una tematica di cui se ne parla poco, il Cinema ci permette di mettere alla luce anche questi aspetti duri della realtà. La risposta del pubblico è delicata, non tanto per la tematica quanto per il genere. Non è usuale parlare di tematiche sociali con questo filtro artistico. In realtà, però, la risposta del pubblico è stata sorprendentemente positiva.” Un cortometraggio che coinvolge attori come Roberto Ciufoli e Mauro Racanati e che vede alla regia la forza femminile. Una battaglia, sicuramente, verso le diffidenze generali, ma “ davanti ad una tematica del genere non bisognerebbe avere pregiudizi se alla regia ci sono uomini o donne. Questo è un periodo in cui molte registe donne stanno facendo grandi cose, però ci sono ancora pregiudizi. Noi proviamo a combatterli!

Tra sushi e vino, abbiamo chiacchierato anche con Le Coliche e le Prime Donne, due fenomeni del web che si stanno facendo conoscere sempre di più e hanno conquistato molti fan per la loro scoppiettante ironia. Le Coliche ci hanno parlato della loro serie “Io non sono un cane” in cui prendono in giro le diverse figure dello show business: dall’agente, becero venditore ambulante di sogni al regista fricchettone avanguardista che lascia il conto scoperto al ristorante… Insomma, un poliedrico universo di macchiette che Le Coliche affermano di conoscere bene e infatti interpretano con talento, facendoci sganasciare dalle risate. La serie è disponibile gratuitamente sulla piattaforma Dplay. Le Prime Donne ci trasportano invece in un mondo tutto al femminile: quello dei primi appuntamenti, con tutte le ansie, le insicurezze e le piacevoli scoperte che ne derivano. Hanno concluso con successo una campagna di crowdfunding, raccogliendo più di dieci mila euro, a breve il lancio e la distribuzione della serie e noi non vediamo l’ora.

Il tutto è stato coronato dalle musiche del dj set dei Dickson Experimental Sound: tre ragazzi che non parlano molto di loro, forse per quella segreta realtà dell’arte che non ha bisogno di un volto per arrivare. E con i Dickson Experimental Sound funziona alla grande: ad arrivare al pubblico è il loro suono tra l’avanguardia e il tradizionale. Un djset particolare e ricercato, in una commistione di brani esistenti e accenni alle loro produzioni. “Non facciamo troppo caso al fatto che qualcuno ha deciso che quell’insieme di suoni e vibrazioni debba chiamarsi Elettronica, conta emozionarsi ”.

Decisamente emozionante lo è stata, questa prima fermata del Metrò, il treno carico di contenuti targati Matropolitan che fermerà ogni due Giovedì, continuate a seguirci per scoprire la prossima fermata.

 

Report di Marco Aquilanti , Rossella Papa ed Antea Ruggero

Photo: Giusy Chiumenti, Damiano Quattrini