New York e la protagonista del film di debutto alla regia della statunitense A.V Rockwell si muovono parallelamente. Siamo nel 1994 e la ventiduenne Inez (la cantante Teyona Taylor) appena uscita dal carcere di Rikers, si muove sicura di sé nelle caotiche strade della città dove propone ai passanti un taglio di capelli. Ha il trucco pesante, i vestiti aderenti, il fisico muscoloso, nulla sembra poterla fermare fino a quando il suo sguardo non incontra quello di Terry, un bambino di sei anni che cammina sull’altro lato della strada. È lui quell’uno che si aggiunge al mille del titolo, una piccola anima da salvare tra la folla della metropoli fumosa.

La città e Inez si muovono in simbiosi. La prima è incarnata da una voce mediatica fuori campo che delinea il contesto storico-politico in cui questa piccola storia intima si colloca e dalle diverse inquadrature panoramiche che conservano una fotografia sgranata, d’epoca. Il tempo è scandito in tre atti: il 1994, il 2001 in cui si parla di un’escalation di controllo delle forze dell’ordine nei quartieri periferici e il 2004, anno in cui diventa sindaco della città Michael Bloomberg, il cui progetto di riqualifica edilizia porta come conseguenza al peggioramento delle condizioni di vita per le classi sociali più povere.

“A Thousand and one”: storia di un amore incondizionato

Inez (Teyona Tylor) e Terry (Aaron Kinglesy Adetale) in una scena del film "A thousand and one".
Inez (Teyona Tylor) e Terry (Aaron Kinglesy Adetale) in una scena del film “A thousand and one”.

Le ampie inquadrature sugli orizzonti segmentati dalle linee dei grattaceli di New York si scontrano continuamente con i primissimi piani dei tre personaggi protagonisti. Insieme vanno a formare questo inusuale nucleo familiare in una piccola casa di Harlem, dove Inez porterà Terry, sottraendolo illegalmente alla custodia statale sotto cui era finito dopo essere stato abbandonato. È un posto sicuro dove poter far crescere un piccolo uomo, silenzioso e impacciato ma teneramente devoto alla figura materna che riconosce in Inez. Come mostra la locandina ci sono loro al centro nell’ovale scuro e al di fuori nulla, uno spazio bianco.

Luky (William Catlett), il padre che Terry avrebbe sempre voluto, è troppo incostante per esserlo davvero. Con il passare degli anni, al di fuori del piccolo universo affettivo di Inez, si percepisce un crescendo dell’odio razziale. Basta un sola scena in cui Terry e il suo amico di infanzia vengono costretti con le mani al muro dalla polizia senza alcun motivo, per far capire la gravità di quello che sta accadendo, una manifestazione silenziosa e senza retorica della violenza che diventa normalità. Dire tanto con poco, in questo riesce benissimo la giovane regista esordiente.

Dal Sundance film festival a Taormina

Terry è interpretato da tre attori diversi per ogni età: Aaron Kingsley Adetale, Aven Courtney, Josia Cross come accadeva in “Moonlight” (2016) di Barry Jenkins, anch’esso diviso in tre atti. A differenza del film di Jenkins, in “A thousand and one” manca la struttura circolare del racconto di formazione che va dall’infanzia alla vita adulta. La fine del film è solo l’inizio del percorso di crescita di Terry. Quando tutte le certezze intorno a lui iniziano a sgretolarsi, anche il tetto della sua casa / tana sicura  inizia a perdere acqua, non resta che andare alla ricerca della sua identità.

Nonostante gli viene data la possibilità di studiare in un buon collage, rivela timidamente alla sua amica che magari un giorno potrebbe diventare un compositore, ispirato dal lavoro di Quincy Jonze musical  “The Wiz” (1978). Un riferimento cinefilo dalla forte valenza simbolico-politica.

Il film è stato presentato al Sundace Film Festival , dove ha vinto il Gran premio della giuria per il migliore film drammatico. In attesa di vederlo in concorso al Taormina Film Festival, è stato presentato in anteprima a Roma al cinema Quattro Fontane. Per l’occasione è stata proposta una rassegna “Welcome to Harlem” che propone quattro film iconici ambientati nel celebre quartiere di New York: “Malcom X” di Spike Lee, “Se la strada potesse parlare” di Barry Jenkins, il documentario Premio Oscar “Summer of soul” e “Precious” di Lee Daniels.

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Eleonora Ceccarelli