Aaron Paul, quel cattivo ragazzo del piccolo schermo

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Di Redazione Metropolitan

Il pilota di un drone militare alle prese con un impossibile dilemma morale in “Il diritto di uccidere” (2015). Il membro di una gang criminale in “Codice 999” (2016). Giosuè, braccio destro del profeta Mosè, in “Exodus – Dei e re”, il colossal biblico del 2014 diretto da Ridley Scott. Sono solo alcuni dei variegati personaggi a cui Aaron Paul ha dato volto al cinema. La meteorica ascesa del suo talento ha però inizio sul piccolo schermo, con l’acclamata serie culto “Breaking Bad”.

Aaron Paul nasce (prematuro di un mese) nel 1979 a Emmett, una piccola cittadina americana dell’Idaho. Sin da giovane dimostra uno spiccato interesse per la recitazione, nel quale viene pienamente incoraggiato dai genitori. Appena diciassettenne, dopo essersi diplomato in anticipo, Paul parte alla volta di Los Angeles in cerca di fortuna. Con sé ha 6000 dollari e una vecchia Toyota Corolla dell’82. Gli esordi non sono dei più semplici. Per una decina d’anni, nonostante racimoli parti minori in pubblicità, serie televisive e qualche film, il giovane fatica a far quadrare i conti. In casi simili, alle volte a fare la differenza sono tenacia e perseveranza, unite a una provvidenziale dose di fortuna. Proprio quando la situazione economica inizia a farsi critica, un’audizione cambia la sua esistenza per sempre.

“Breaking Bad”: il ruolo di una vita

In realtà il provino di Aaron Paul per “Breaking Bad” non era andato bene. Paul non era piaciuto alla produzione, ma il creatore e capo sceneggiatore Vince Gilligan lo vuole a tutti costi per il personaggio dello sbandato tossicodipendente Jesse Pinkman. Nell’arco di sette anni compare in tutti e 62 gli episodi dello show, oltre che nella pellicola del 2019 “El Camino – Il film di Breaking Bad”. Assieme a Bryan Cranston forma uno dei duo più iconici della storia della televisione, e “Breaking Bad” viene unanimemente considerato uno dei più grandi prodotti seriali di sempre. La consacrazione è tanto professionale quanto artistica: Paul vince tre dei cinque Emmy a cui è nominato come miglior attore non protagonista. La sua carriera non resta tuttavia circoscritta ad un unico pur stratosferico successo.

Avendo condotto una vita tranquilla e serena, Aaron Paul confessa di essere continuamente alla ricerca della sfida rappresentata da personaggi complessi con un’intensa e tormentata vita emotiva. Nel 2016 entra quindi nel cast del telefilm “The Path”, in cui interpreta il membro di una setta colpito da una crisi di fede, per poi calarsi l’anno scorso nelle atmosfere da fantascienza della terza stagione di “Westworld”. Prossimamente lo vedremo dividere la scena con Karen Gillian (Nebula di “Guardiani della Galassia”) nel thriller sci-fi “Dual” di Riley Stearns (“L’arte della difesa personale”).

Bryan Cranston e Aaron Paul in “Breaking Bad” – Photo Credits: The New York Time

Sergio Rosi

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