Va in porto l’accordo tra la casa statunitense Tesla ed il gruppo FCA. Una vera e propria fusione, per lo meno dal punto di vista delle flotte, che però permettono all’azienda italo-statunitense di rientrare nei limiti di emissioni posti dalla UE. Questo patto pone il nuovo gruppo Tesla FCA tra i leader a livello di media di emissioni di CO2 nel mercato europeo. Accordo che non porta guadagni solo ad FCA ma che aiuta anche Tesla. I soldi che FCA verserà entro il 2023, quasi 2 miliardi di Euro, sono serviti per finanziare la gigafactory Tesla a Berlino. La soluzione che inizialmente aveva destato qualche critica poiché permetterebbe ad FCA di salire sul podio dei marchi virtuosi senza effettivamente fare troppo lavoro funziona, e la pone in vantaggio rispetto ad avversari di spessore del settore automotive.
I dettagli dell’accordo Tesla – FCA
Nello specifico FCA ha acquistato i cosiddetti “crediti verdi” di Tesla, procedura assolutamente in linea con le direttive europee. Questa transazione è cominciata ad inizio di quest’anno, in concomitanza con la notizia che la UE avrebbe iniziato ad introdurre pesanti sanzioni per le case che avessero “bucato” il tetto massimo di 95g/km di CO2 di media sulla flotta venduta, a partire dal 2021. Un accordo che giova ad entrambe le parti, FCA riesce agilmente a rientrare nel limite, grazie al fatto che l’azienda di Palo Alto produce tutte auto ad emissioni 0, mentre Tesla riesce a pagarsi la gigafactory di Berlino.
Il gruppo FCA Tesla risulta essere terza in Europa tra le case con più bassa media di emissioni. Al primo posto PSA (anch’essa prossima ad entrare a far parte di FCA, creando Stellantis), e a seguire Volvo. BMW chiude la lista delle virtuose che già rispettano il target di 95g/km di CO2.
La situazione degli altri marchi.
Solo quattro le case in regola con le normative europee che entreranno in vigore dal 2021, restano più attardate altre case. Mentre BMW è “salva” per un soffio, restano appena sopra la media per 2g/km Renault, il gruppo Mazda-Toyota, Nissan e Ford. Più indietro KIA, che paga qualche grammo al chilometro in più e Volkswagen, a 5g/km oltre al limite. Volkswagen che però sta proseguendo con il suo programma per l’elettrificazione della flotta e punta a rientrare nei limiti. Ancora peggio Hyundai, ed il gruppo Daimler-Benz, con oltre 9g/km di svantaggio. In coda il gruppo Land Rover-Jaguar con 13g/km da recuperare, con polemica da parte della casa che non trova riscontro con i calcoli interni.
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