Nello spazio di LetteralMente Donna una donna eccezionale che ha cambiato l’editoria italiana e la letteratura femminista. Il suo nome è Adela Turin e questa la sua storia.
Adela Turin, i primi successi

A soli 3 anni Adela Turin emigrò con i genitori a da Milano, dove era nata, a Quilmes in Argentina. Qui trascorse la sua infanzia per poi trasferirsi in Europa per terminare gli studi. In particolare a Parigi divenne amica di Antoinette Fouque, elemento di spicco della casa editrice Des Femmes. Anche se Parigi visse i primi successi professionali come il disegnare quadrati in seta per Lanvin Castillo fu il trasferimento a Milano a cambiare per sempre la sua vita. Qui diresse l’Ufficio Stile de La Rinascente dove conobbe persone che segnarono la sua vita come Nella Bosnia e Francesca Cantarelli con cui fonderà Contact Studio. Un gruppo che lavorò non solo nel settore tessile ma anche nell’editoria per bambini. Ne seguirà una collaborazione con diverse grandi case editrici come Giunti e Mondadori.
Il saggio Dalla parte delle bambine
Sono gli anni 70′, gli anni a Milano di Rivolta femminile di cui la Turin per un periodo farà parte e della legge sul divorzio. Gli anni in cui si fece strada in Ada Turin l’idea di proporre al mondo editoriale dei volumi che trattino la questione femminile. In particolare la svolta arriva nel 1973 quando Elena Gianini Belotti pubblicò il suo saggio “Dalla parte delle bambine”. In esso si parla per la prima volta non di nascita ma di creazione delle bambine e si evidenzia come la differenza tra maschi e femmine non è un fattore innato ma è dovuto ai condizionamenti sociali e culturali che i bambini subiscono.
Per l’appunto scrive la Belotti nel suo saggio, come riportato da Enciclopedia delle donne che: “I movimenti del corpo, i gesti, la mimica, il pianto, il riso sono pressoché identici nei due sessi all’età di un anno o poco più mentre cominciano in seguito a diversificarsi.. a quest’età sono aggressivi maschi e femmine. […] Mentre più tardi l’aggressività del bambino continuerà ad essere diretta verso gli altri, la bambina diventerà auto aggressiva per aderire al modello che la società impone e che le vuole incanalate verso la debolezza, la passività, la civetteria”.
La nuova casa editrice
Le tesi della Belotti spinsero Adela Turin, insieme a Nella Bosnia e Francesca Cantarelli, a proporre un nuovo modello di editoria per bambini che affrontasse le nuove, attuali e impellenti questioni di genere superando il precedente modello patriarcale. “È stato così. Eravamo in tre e “costruivamo per conto terzi” libri per bambini.Erano libri vistosi, graficamente molto apprezzati, contenutisticamente scarsi, perlomeno rispetto a quello che per “contenuto” noi intendevamo. Essendo tre, tutte donne, e con molta voglia di realizzare e realizzarci, era logico che il problema femminista ci toccasse molto da vicino”, spiegò la Turin raccontando la nascita di quella che inizialmente fu una collana editoriale e poi una casa editrice.
Il nome della nuova linea editoriale, con la benedizione della Belotti, fu “Dalla parte delle bambine”. Le pubblicazioni che vendettero un numero notevole di copie consistevano in volumi illustrati dove tra humour e in modo intelligente si trattava il rapporto tra i sessi diventando anche uno strumento educativo utilizzato da genitori e insegnanti. Decine furono le copie vendute e tradotte anche per l’estero come il caso del primo volume “Rosaconfetto” che vendette 3000 copie in Italia e 6000 in Francia dove fu stampato in coedizione con Des Femmes e che fu tra i primi volumi a trattare in Italia l’arbitrarietà dei ruoli di genere per i più piccoli.
Du Côté Des Filles e la vita privata
A metà degl anni duemila Adela Turin si dedicò alla vita privata trasferendosi ad Atene con il figlio. Alcuni, anni prima, nel 1996, dopo essersi trasferita a Parigi in seguito alla fine del progetto editoriale di Dalla parte delle bambine, la Turin aveva fondato il Du Côté Des Filles. Questo ente che era presente in Francia, Italia e Spagna si occupava di lottare contro il sessismo e studiare la condizione delle bambine in Europa in modo particolare attraverso l’educazione e i libri per l’infanzia.
Stefano Delle Cave





