Nonostante la trasessualita sia stata depatologizzata dal DSM, analizziamo la prospettiva per una persona transgender di intraprendere una terapia medica.
La disforia di genere, nonostante non sia più chiamata DIG, non smette di essere una piaga sociale. In Italia e in Europa, come nel resto del mondo, sono tanti gli adolescenti che si trovano ad affrontare un percorso di affermazione di genere. Il percorso di scoperta della propria identità sessuale si condisce di discriminazione ed odio. Tuttavia può anche essere un percorso che, col supporto fornito da équipe multidisciplinari, può prevedere la possibilità di una terapia medica.
Transgender e terapia medica: è appurato che abbassa lo sviluppo di psicopatologie disturbi dell’umore
La terapia medica si configura come una prospettiva postiva per gli adolescenti. Vediamo di spiegarla in breve. La terapia consiste nell’assunzione di molecole che agiscono sul sistema endocrino sospendendo la progressione dello sviluppo puberale. Il tutto consentirebbe quindi agli adolescenti con incongruenza di genere di avere maggior tempo per esplorare la propria identità in modo più consapevole. Il tutto quindi senza il disagio che deriva dai cambiamenti corporei incongruenti con l’identità percepita. Spesso, infatti, questa fase può generare forte sofferenza, autolesionismo, rischio suicidario, abbandono scolare e isolamento sociale.
Terapia medica in Europa
La terapia medica viene prescritta in casi accuratamente selezionati. Questa è usata in Europa in presenza di Incongruenza/Disforia di Genere da circa trent’anni.
Una notizia che fa riflettere avviene in Nord europa. Recentemente la Svezia ha scelto di dire stop ai bloccanti della pubertà ai minori di 16 anni. La decisione è arrivata tramite un comunicato del Karolinska Hospital – ospedale universitario nella contea di Stoccolma. L’ospedale ha descritto le terapie per bloccare lo sviluppo degli adolescenti con Incongruenza/Disforia di genere potenzialmente connessi a
“conseguenze avverse estese e irreversibili come malattie cardiovascolari, osteoporosi, infertilità, aumento del rischio di cancro e trombosi”
WPATH
Così il paese scandinavo si smarca dal protocollo olandese, indicato dalla WPATH (World Professional Association for Transgender Health) e dalla Endocrine Society.
Valutazione di intervento medico, per punti
Queste linee guida internazionali prevedono che gli interventi medici procedano per fasi graduali, ognuna della quali deve essere accompagnata da un’attenta e approfondita valutazione dal punto di vista psicologico, famigliare e sociale:
– Interventi reversibili che prevedono l’assunzione di bloccanti ipotalamici
che determinano il blocco della produzione di estrogeni o di testosterone
contrastando quindi lo sviluppo di alcuni aspetti dei caratteri sessuali secondari;
– Interventi parzialmente reversibili che prevedono l’assunzione di una terapia ormonale di affermazione di genere al fine di indurre una pubertà congruenza con l’identità percepita dalla persona;
– Interventi irreversibili, ovvero gli interventi chirurgici di affermazione di genere, e sono previsti dopo la maggiore età.
Adolesenti transgender e terapia medica, il parere di un’esperta
Per approfondire il tema e avere un quadro della situazione italiana, HuffPost ha dialogato con la dottoressa Alessandra D. Fisher, endocrinologa, e dottoressa Jiska Ristori, psicologa e psicoterapeuta, dell’unità di Andrologia, Endocrinologia Femminile e Incongruenza di Genere del Policlinico Careggi di Firenze. Quello fiorentino è uno dei principali centri specializzati del nostro Paese nell’ambito della diagnosi e terapia dell’Incongruenza di genere, anche in età adolescenziale.
“Il nostro centro è costituito da un team multidisciplinare di diverse figure professionali per il supporto alle persone con incongruenza di genere. In particolare all’interno dell’equipe lavorano circa 20 professionisti tra endocrinologi, psicologi, psicoterapeuti, neuropsichiatri infantili, bioeticisti, chirurghi, psichiatri, ginecologi, urologi, logopedisti. Il centro si occupa di supportare le persone con incongruenza di genere nell’esplorazione della loro identità di genere e nelle varie eventuali fasi di affermazione di genere, inclusa la terapia ormonale e interventi chirurgici”
Alessandra Fisher