In occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, Ipsos ha realizzato un Report di ricerca per l’Asvis per constatare la conoscenza dell’Agenda 2030. Lo scopo dell’analisi è quello di misurare il livello di consapevolezza degli SDG e la percezione della loro importanza nel nostro paese. Le interviste sono state sottoposte a un campione di 1200 persone con un’età compresa tra i 16 e i 65 anni. È stato coperto tutto il territorio italiano e sono stati intervistati uomini e donne in egual misura, con diversa situazione familiare, occupazionale e titolo di studio. Vediamo cosa ne è emerso.

Agenda 2030 – Photo Credits Ipsos

Agenda 2030: i risultati del report

Il primo dato che emerge riguarda lo sviluppo sostenibile. Il 95% degli intervistati ha affermato di averne sentito parlare e per la maggior parte di questi (34%) significa conciliare lo sviluppo economico con il rispetto dell’ambiente. Altre risposte riguardano ecologia, risorse, energia rinnovabile, riciclo, inquinamento, consumo e tecnologia. Ad essere prese a malapena in considerazione sono le sfere etica e sociale, nominate rispettivamente per il 7% e 6%.

Per quanto riguarda l’Agenda 2030 nello specifico, il 42% degli intervistati ha dichiarato di averne sentito parlare e il 49% ha almeno riconosciuto il logo. Ne sono venuti a conoscenza principalmente tramite il web (45%), seguito da social (29%) e televisione (29%), mentre all’ultimo posto troviamo la stampa cartacea (26%).

Conoscenza e importanza degli SDGs

Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) ritenuti più importanti sono: lotta al cambiamento climatico (30%), energia pulita e accessibile (29%), vita sulla terra (26%), salute e benessere (23%), lavoro dignitoso e crescita economica (22%). Ma da chi dipende il raggiungimento di questi? La responsabilità è stata attribuita principalmente agli organi di governo, all’amministrazione pubblica e alle grandi aziende. In più, sembra crescere la consapevolezza che anche i comportamenti individuali possono fare la differenza.

Il report si conclude prendendo in esame gli effetti sullo sviluppo sostenibile della crisi sanitaria, del conflitto russo-ucraino e dell’emergenza ecologica. Per la popolazione italiana, la necessità di agire è aumentata a seguito della pandemia da Covid-19 (74%), della guerra tra Russia e Ucraina (75%) e dell’attenziona posta sulla crisi climatica (85%).

Martina Cordella