
Agevolazioni per pagamenti con moneta elettronica: il Governo potrebbe introdurre incentivi per chi paga i propri acquisti mediante bancomat e carte di credito con lo scopo di arginare l’evasione fiscale. Al via le agevolazioni per pagamenti con moneta elettronica.
Nuovo obiettivo dell’assetto istituzionale è la limitazione dell’uso dei contanti nel normale acquisto dei beni stimolando quindi i consumatori a preferire la moneta elettronica per effettuare i normali pagamenti.
E’ questa la proposta del centro studi degli industriali appoggiata ampiamente dal viceministro dell’Economia Laura Castelli.
Molto semplice è lo schema di Confindustria che prevede un credito d’imposta ipotizzato al 2% sugli importi oggetto delle transazioni elettroniche ed una tassazione sul prelievo di contanti superiore ad un valore soglia, approvate quindi le agevolazioni per pagamenti con moneta elettronica.
Seppure il Governo si dimostri particolarmente entusiasto per questa proposta, non si sono dimostrati altrettanto soddisfatti i commercianti che saranno coinvolti in questa iniziativa volontariamente o no e che si scontrerebbe con le norme che vigono sulla libera circolazione monetaria.
Agevolare gli acquisti: sogno o realtà?
Costerebbe uno sproposito incentivare del 2% il conseguimento di beni di qualsivoglia genere, a dichiararlo è Confesercenti la cui stima sul capitale necessario per concretizzare tale proposta ammonta a 9 miliardi di euro.
Seppure costituirebbe una spesa non di poca rilevanza genererebbe nuovi consumi il cui fruttato si aggirerebbe intorno ai 4 miliardi, maggiori incassi Iva e imposte sui redditi.
È di 2,2 miliardi di euro l’incremento degli incassi Iva registrato in 7 mesi e si prevede che possa raddoppiare entro la fine del 2019.
È la lotta all’evasione il vero obiettivo di questa manovra, a confermarlo è il viceministro Castelli dichiarando che, quasi certamente, entrerà in vigore una nuova misura contro le frodi carosello e contro l’ evasione dell’ Iva sui carburanti che al momento risulta essere di 6 miliardi.
L’esordio di una misura riparatrice
Ha avuto luogo il primo incontro che ha usato protagonisti il ministro dell’ Economia Roberto Gualtieri, viceministro e sottosegretari i quali, prima di procedere avviando nuove norme devono riconsiderare l’inquadramento della pubblica finanza.
È di due settimane il termine imposto al Governo per presentare le note di aggiornamento al Def nelle quali verranno enunciate le prospettive che si intendono raggiungere e i mezzi che si vogliono adottare in merito alla politica economica.
Primo tassello di tale programma è il target dell’indebitamento la cui oscillazione non dovrà allontanarsi dal 2%.
Partendo da un debito alto non sarà un’impresa semplice ed il panorama che si prospetta all’orizzonte si presenta tutt’altro che roseo, timore confermato dai dati relativi al mese di luglio dai quali il debito si quantifica a 2.400 miliardi.
Accantonato il maxi piano di privatizzazioni il cui scopo era ridurlo di 1 punto, equivalente a 18 miliardi di euro.
È il tempo uno dei nemici primari del nostro Paese che, risentendo delle pressioni di Bruxelles cerca di ridurre il debito che l’affligge mirando ad una flessibilità di 8-10 miliardi di euro, sfruttando un nuovo piano di investimenti green che agirà anche sulla pubblica amministrazione.
Una prospettiva che guarda l’Italia a 360°
La ministra Fabiana Dandone conferma le risorse già a bilancio in ambito del pubblico impiego per provvedere al rinnovo dei contratti i quali, unitamente ai 2 miliardi di aumento previsti per il Fondo Sanitario nazionale, non dovrebbero subire modifiche.
Si aprono inoltre le possibilità di prorogare le vecchie graduatorie dei soggetti idonei a partecipare ai concorsi pubblici la cui scadenza è fissata per la fine del mese di settembre 2019.
