Aldo Cazzullo, noto giornalista e scrittore di origini cuneensi, si approccia al mondo del giornalismo a 22 anni nel 1988, quando inizia la collaborazione con La Stampa. Dopo quindici anni nel quotidiano torinese, entra al Corriere Della Sera nelle vesti di inviato speciale occupandosi di grandi avvenimenti come le elezioni di Trump, Obama, Hollande, la morte di Lady Diana e la recente Brexit.
Aldo Cazzullo, dalla carta stampata alla televisione
Nel corso della sua carriera ha intervistato grandi personaggi: da Vasco Rossi a Bill Gates passando per Rafael Nadal, Steven Spielberg, Daniel Day Lewis solo per citarne alcuni. Svolge parallelamente un’intensa attività di scrittura con la pubblicazione di oltre venti libri nei quali ha narrato la storia dell’Italia, si è soffermato su fatti storici rilevanti e realizzato analisi critiche. La sua prima opera è del 1996, “Il mal francese. Rivolta sociale e istituzioni nella Francia di Chirac“. Nel 2020 ha pubblicato “A riveder le stelle. Dante, il poeta che inventò l’Italia“.
Le opere di Aldo Cazzullo hanno ottenuto diversi riconoscimenti : nel 2013 L’Italia s’è ridesta. Viaggio nel Paese che resiste e rinasce ha vinto il premio Giovanni Spadolini, con Basta piangere! il premio Maria Grazia Cutuli, con La guerra dei nostri nonni il premio Biagio Agnes. Ha vinto anche il Premio “Buone Notizie 2013“. Abbiamo visto il giornalista in tv nella trasmissione Povera Patria (2019-2020) nella quale ha curato le interviste per poi passare alla conduzione di Restart – L’Italia Ricomincia Da Te su Raidue.
La lectio magistralis nella trasmissione La Caserma
Aldo Cazzullo ha tenuto anche una lectio magistralis nel programma La Caserma, dove le reclute e i loro istruttori hanno ascoltato una storia che parla di donne in guerra, ma non solo. Un racconto che inizia da lontano: le donne hanno fatto tutte le guerre, a volte come vittime, altre come protagoniste. Viktoria Savs era un giovane soldato al fronte nella Prima Guerra Mondiale, in pochi conoscevano il suo segreto: era una donna. L’imperatore Carlo I d’Austria, colpito dalla sua storia, la decorò con la Croce al Merito.
Come dimenticare le ‘Portatrici’ della Carnia? Signore che salivano con pesanti gerle cariche di viveri e munizioni per raggiungere gli alpini nelle trincee. Una di loro, Maria Plozner Mentil, cadde colpita da un cecchino (unica donna a cui ad oggi sia stata intitolata una caserma italiana). E poi, i cosiddetti “figli della guerra” (nati appunto da violenze subite dalle donne) messi in salvo dalle partorienti nell’Istituto San Filippo Neri di Portogruaro (il primo fondato per questo tipo di accoglienza e sopravvivenza).
Immagine di copertina – Ph © Giulia Tassini
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