Alessandro D’Avenia: scrittore fra delicatezza, spiritualità e richiami alla cultura classica

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Di Martina Puzone

Alessandro D’Avenia, quarantaquattro anni, dottore di ricerca in Lettere classiche, insegna Lettere al liceo ed è sceneggiatore. Dal suo romanzo d’esordio Bianca come il latte, rossa come il sangue (Mondadori 2010), è stato tratto nel 2013 l’omonimo film. Sempre per Mondadori ha pubblicato Cose che nessuno sa (2011). Con Ciò che inferno non è (2014) ha vinto il premio speciale del presidente al premio Mondello 2015. Le sue opere sono tradotte in tutto il mondo.

Stile dello scrittore

Lo scrittore esordisce fin dal primo romanzo con una prosa scorrevole, caratterizzata da una comprensione immediata del contenuto profondo di quel che andiamo a leggere. Un pensiero mai effimero, ricco di conoscenza e consapevolezza, di continua ricerca e interesse per le cose belle di cui il mondo è pieno. Nella scrittura di D’Avenia siamo dinanzi alla scoperta della luce nelle ombre; lo scrittore ha un rapporto lucido e forte con la spiritualità e Dio, legame che non lo lega a dogmi ma che lo rende aperto all’altro, al dono del tempo, alla bellezza della fragilità, all’ascolto dei suoi alunni e alla contemplazione della vita.

 Tutto questo è quel che si percepisce dai suoi romanzi, dal suo modo di scrivere delicato e potente, che non ti lascia mai indifferente ma ci mette in continua discussione. D’Avenia scrive per essere proclamatore dell’unicità degli esseri umani e di ciò che sono in grado di generare, verso sé stessi, verso chi si ama, verso quel che ci circonda.

Il suo stile è un richiamo al pensiero di grandi letterati e filosofi, riprende parole e concetti come nessuno ha mai fatto mettendo il lettore nella posizione di riflettere sul significato delle parole che pronunciamo, partendo dalla loro etimologia e morfologia giungendo al legame che queste parti stabiliscono con ciò che evocano. Una scrittura emozionante ma, al tempo stesso chiara e concisa. Giunge dritta al punto e dritta al cuore di chi ha il piacere di leggere le sue opere.

Gli esordi di D’Avenia

Nel 2010 è stato pubblicato il suo primo romanzo, Bianca come il latte, rossa come il sangue. Un romanzo di formazione di impianto classico nel quale D’Avenia racconta una storia svoltasi nell’arco di un anno decisivo vissuto da Leo, un sedicenne, adottandone pienamente il punto di vista. La sua vita inizia a cambiare grazie a due personaggi fondamentali: Beatrice e il suo nuovo professore.

L’anno seguente viene pubblicato Cose che nessuno sa. Qui scrive di una ragazza, Margherita, quattordicenne che sta per affacciarsi alla vita liceale capace di suscitarle timore e fascino. Nella sua stanza, la protagonista si sente come ogni adolescente “un’equilibrista su un filo sospeso nel vuoto”, sul quale si tiene in equilibrio grazie agli affetti famigliari. Un giorno suo padre gli annuncia tramite un messaggio telefonico che non sarebbe più tornato a casa, momento in cui Margherita inizia a sentire un vuoto in cui sprofonda. Sarà proprio attraversando e vivendo quel vuoto che diventerà una donna “Perché questo è il segreto del dolore: sa dove si nasconde la vita e se ne nutre per farle crescere le ali.”

Romanzi che segnano una svolta nella vita e nella scrittura

Nel 2014 venne pubblicato Ciò che inferno non è. Ambientato nel 1993 a Palermo, incentrato su Federico, un diciassettenne che frequenta il Liceo classico che ha avuto al proprio fianco una guida speciale, padre Pino Puglisi (insegnante di religione). Puglisi gli mostra Palermo diversa: quella del quartiere Brancaccio da un lato, dall’altro una città piena di speranza e coraggio. D’Avenia dedica questo romanzo al suo don Pino, capace di generare l’epica del quotidiano.

Nel 2016 ha pubblicato L’arte di essere fragili: come Leopardi può salvarti la vita. In questo romanzo lo scrittore si rivolge ad uno dei grandi poeti della nostra letteratura, Giacomo Leopardi, che ha cambiato la sua vita permettendogli di capire cosa è la felicità; in queste pagine si fa portatore della sua poesia, della magia di uno scrittore che è stato molte volte annoverato come un pessimista e sfortunato, anche se è stato molto più di questo.

Uomo affamato di conoscenza, di vita e di infinito, capace di restare fedele alla propria vocazione poetica e lottando a lungo per affermarla, andando anche controcorrente rispetto al pensiero dei suoi contemporanei. Leopardi gli permette anche di rispondere alle numerose domande che ogni giorno gli alunni rivolgono a D’Avenia , tutti alla ricerca di sé stessi e di un senso da dare alla vita.

Successi recenti

Nel 2017 viene pubblicato Ogni storia è una storia d’amore. In questo volume, D’Avenia si pone un interrogativo che accomuna ogni essere umano: l’Amore salva? In cerca di risposte, l’autore racconta le storie di alcune donne accomunate dall’esser state tutte compagne di artisti, rivelandosi anime inquiete incapaci di trovare la pace.

Traccia un filo conduttore a partile dalla storia tra Fanny e Keats, a Tess Gallagher e Raymond Carver, fino a Jeanne Modigliani, Alma Hitchcock e, infine, Edith Tolkien. Per intrecciare il filo narrativo che unisce queste storie, l’autore si fa “filosofo del mito” facendo appello ad una storia d’amore che è divenuta un archetipo: il mito di Orfeo ed Euridice. Un mito che svolge proprio una funzione di filo, andando a toccare tutte le tappe di una storia d’amore, dai due poli opposti del disamore all’amore stesso. Ancora una volta, l’autore è stato in grado di fondere il piacere per il testo e la meraviglia della scoperta.

La sua ultima pubblicazione è avvenuta nel 2020 con L’appello. Qui il protagonista è Omero, un uomo di quarantacinque anni, che viene chiamato in qualità di supplente di Scienze in una classe in cui si trovano confinati i casi disperati della scuola che dovranno affrontare la maturità. Gli appare come una sfida insormontabile, soprattutto considerando che è divenuto cieco e non sa se sarà più capace di insegnare. A causa di questa difficoltà, trova un nuovo modo di fare l’appello, aggrappandosi a quei nomi e cercando di metterli in salvo essendo consapevole che ogni nome è in realtà una storia diversa.

Il professore darà vita, insieme ad alunne e alunni, ad un rapporto speciale instaurato tra delle pareti scolastiche.

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Martina Puzone