“Alien”, il vecchio horror che seduce torna al cinema

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Di Federica De Candia

Dal 29 al 31 maggio 2023, torna “Alien” al cinema, di Ridley Scott. Il capolavoro horror di tutti i tempi, fatto di una paura fascinosa, conturbante. Quanto la bellezza di Ellen Ripley, sua eroina, capace di trasformare l’immagine della donna al cinema: con il suo “Passo e chiudo” e “You… bitch! urlato al monitor del computer direttamente dal Nostromo, ha riscritto la storia delle protagoniste femminili.

Alien al cinema, orribile e meraviglioso

Alien, foto da Good Morning America
Alien, foto da Good Morning America

La saga di “Alien” è al cinema grazie a Lucky Red, con i primi due capitoli: il primo, storico, firmato da Ridley Scott (1979), e poi “Aliens” – Scontro Finale di James Cameron (1986). Quel 25 Ottobre 1979, appare in grande stile “Alien“. Un film che ‘strega’ il pubblico, che risente anche delle opere di Mario Bava. E che porta sulla scena lo Xenomorfo (dal greco xenos, “straniero” o “strano”), noto come Alien: una specie immaginaria extraterrestre, dotato di intelligenza ma privo di sentimenti. Fra preservativi, lubrificanti intimi, riferimenti a stupri, forme falliche che imperversano ovunque secondo la fantasia di Giger il disegnatore svizzero, e di Dan O’Bannon lo sceneggiatore. Ma queste sono solo attrezzature scenografiche, adattamenti, che per quanto particolari, si rivelano a basso costo. E, al suo esordio cinematografico, compare il misterioso sguardo di Sigourney Weaver (oggi 73 anni), il tenente Ellen Ripley. Anche se l’attrice è già apparsa per qualche secondo in “Io e Annie“, di Woody Allen.

Alien” vince il premio Oscar (1980) per i migliori effetti visivi. Dan O’Bannon trova particolarmente “disturbanti” i lavori di Giger«I suoi dipinti hanno un profondo effetto su di me. Non ho mai visto nulla che fosse così orribile e meraviglioso allo stesso tempo. E così ho deciso di scrivere un copione su uno dei mostri di Giger». Lo stesso Dan ammette di aver tratto vari spunti per il film: “Non rubai Alien a nessuno in particolare. Lo rubai un po’ da tutti.“ Alla sua creatura mostruosa, sono tolti gli occhi, per renderla una bestia fredda e senza emozioni, che caccia solo tramite l’olfatto. Il disegno originario è cambiato più volte, a causa della sua ‘sfacciata sessualità’. Per creare i tendini delle feroci mascelle dell’animale, sono usati condom tagliuzzati. E la bava dell’alieno è prodotta utilizzando ‘K-Y Jelly‘, un noto lubrificante sessuale. È forse un gioco di allusioni, tra la paura e l’imperscrutabile mondo sessuale? Ma è, prima di tutto, fortemente pratico.

Ellen Ripley, girl della rivoluzione

Nello spazio nessuno può sentirti urlare“, è l’incipit di “Alien“. Il volto perfetto a evocare certi spasmi, è quello dell’allora trentenne Sigourney Weaver. Che soffia la parte a Meryl Streep, sua compagna di college, che non può partecipare al film per la perdita del compagno (John Cazale, Fredo de “Il Padrino”). Ridley Scott ha invitato diverse donne dell’ufficio produzione a guardare i provini di Sigourney, per avere un parere femminile. Tutte restano colpite dalla sconosciuta attrice, la cui presenza sullo schermo è paragonata a quella di Jane Fonda.

Per aumentare il senso di claustrofobia per gli attori sul set, e renderli più verosimilmente impressionati, Ridley Scott ha voluto che le pareti si avvicinassero gradualmente l’una all’altra, giorno dopo giorno. Il montaggio iniziale del film, è in realtà, molto più sanguinolento. Ma a causa delle reazioni negative del pubblico nelle proiezioni test, e della possibilità di vietare ai minori di 18 anni la pellicola, le scene con troppa violenza e sangue sono state eliminate. Così come quella di sesso tra la protagonista Ripley e Dallas (Tom Skerritt), che non viene mai girata. Anche se il romanzo ufficiale, scritto da Alan Dean Foster, da cui è tratto “Alien“, suggerisce che i membri dell’equipaggio avessero rapporti occasionali per scaricare lo stress, a prescindere dalle famiglie che attendono il loro ritorno sulla Terra.

Intestini, budella per un alieno

Nella ‘camera delle uova‘ della nave aliena, sono assemblate ben 130 uova. All’interno dell’uovo è contenuto il cosiddetto “facehugger”, letteralmente lo “strizza-faccia”, una sorta di mano con artigli con una lunga coda. E le luci laser blu utilizzate per la scena, sono letteralmente prese in prestito dalla storia del rock inglese: da La Band The Who che stava testando quei laser per l’imminente tour, nel teatro della porta accanto, agli Shepperton Studios di Londra. L’interno delle uova aliene, è composto da vero materiale organico (cuori e stomaci). E un sacco di budella di animali, collegato con tubazioni di aria compressa, è usato per creare l’impetuosa nascita dell’alieno.

Al cast non è stato comunicato che sarebbero stati impiegati sangue e budella reali, in modo da provocare vere reazioni di shock e disgusto. Per l’autopsia sul ‘facehugger‘, per ricrearne gli organi interni, sono stati utilizzati molluschi freschi, 4 ostriche e un rene di pecora. Mentre il suo “tubo deposita uova” è un intestino di pecora. Ridley Scott si mette a ridere alla vista del prototipo del ‘chestburster‘ (l’amorevole essere che dispensa abbracci sulla faccia), descrivendolo come come “un tacchino spennato”. Che invece proviene dallo studio delle ‘Furie della mitologia greca’, sebbene raffigurante una creatura quasi fallica, simile ad uccelli.

40 anni e Alien al cinema fa ancora paura

Il gatto rosso Jones (interpretato da 4 gatti differenti), per farlo reagire con timore all’arrivo di Alien, gli è stato posto di fronte un pastore tedesco, con un paravento. Rimosso improvvisamente per suscitare la famosa reazione del gatto che vediamo nel film. James Cameron regista di “Aliens“, forte del successo ottenuto con “Terminator“, riesce ad avere la fiducia da parte degli Studios. La sua intuizione geniale è quella di andare in una direzione completamente diversa da quella dell’ “Alien” di Scott. Ma c’è sempre lei, Ellen Ripley. L’unica sopravvissuta all’incontro tra umani e xenomorfi, e alle leggi cinematografiche, che la vogliono ancora protagonista a distanza di anni nel sequel. Ruolo che la porta alla nomination come Miglior attrice protagonista agli Oscar. Un evento storico: per la prima volta un’attrice viene candidata per un film di fantascienza.

Una donna che non piange, Ellen Ripley. Non una creatura indifesa in mezzo un plotone di uomini. “La miglior pubblicità mai fatta ai lanciafiamme“, dicono di lei: quando distrugge Mother il computer di bordo, che ripete “la nave si distruggerà automaticamente tra T meno cinque minuti“. “Alien” torna nei cinema quarant’anni dopo, con l’idea di far riscoprire al pubblico una delle opere più amate di tutti i tempi. Con le sue aberrazioni, le deformità fisiche del corpo (body horror), e la consapevolezza, di restare unico nel suo genere.

Federica De Candia

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