Alix Kates Shulman, quando il femminismo radicale incontra la scrittura

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Di Stefano Delle Cave

Benvenuti nell’universo femminile di LetteralMente Donna. Faremo un viaggio dall’America degli anni 60′ ad oggi alla scoperta di un autrice che ha fatto la storia della letteratura femminista. Parleremo di femminismo della seconda ondata, di movimento femminista e di memorie. Abbiamo dedicato la puntata di oggi ad Alix Kates Shulman e alle sue opere.

“La voce che per tre decenni ha fornito una narrazione lirica della mutevole posizione delle donne nella società americana”.
fonte shesbeautifulwhenshesangry-com

È così che il New York Times ha definito Alix Kates Shulman. D’altronde la Shulman è famosa per essere , oltre che una grande scrittrice, anche un’importante attivista del cosiddetto femminismo della seconda ondata. Con questo termine s’intende quel movimento femminista fiorito tra gli anni 60-80 del ventesimo secolo che si è battuto per i diritti della donna su sessualità,, famiglia, riproduzione, lavoro e contro ogni forma di disuguaglianza. Il nome femminismo della seconda ondata fu coniato dalla giornalista Martha Lear che in articolo del 1968 intitolato “The Second Feminist Wave: What do These Women Want?” e pubblicato sul New York Times Magazine scrive: “I sostenitori la chiamano la seconda ondata femminista, mentre la prima si è esaurita dopo la gloriosa vittoria del suffragio ed è scomparsa, infine, nel grande banco di sabbia dell’unità”. Ed è proprio a New York che la Shulman che scopre il movimento femminista a cui ha dedicato la sua vita. Della sua prima riunione con il movimento femminista la Shulman, come si legge su The Missouri Rewiew, racconta: “Ho subito pensato: “È importante. Questo darà una spiegazione ai vari aspetti della mia infelicità che mi permetterà di cambiarla”.

Alix Kates Shulman, la narrativa femminista

Alix Kate Shulman, fonte fr.de

Il cammino letterario di Alix Kates Shulman iniziò nel 1968 con un saggio intitolato “A Marriage Agreement”. È uno scritto controverso in cui l’autrice propone una sorta di contratto matrimoniale in cui l’uomo e la donna si dividono equamente la cura dei bambini e della casa. È un primo esempio che ci fa capire quanto scrittura e femminismo siano per la Shulman indissolubilmente legati. D’altronde, come si legge sulla rivista femminista Effe, lei stessa ha dichiarato che “per me le due cose sono inestricabilmente connesse, ho cominciato a scrivere nello stesso periodo in cui ho scoperto il movimento femminista, quando era proprio agli albori, nel 1968; e non riesco a separare i due avvenimenti”.

Questo legame è ancora più evidente nei suoi romanzi scritti in chiave semicomica e satirica. Basti pensare che la sua prima opera intitolata “Memoirs of an Ex-Prom Queen” è diventata un classico della letteratura femminista. È la storia di una donna che da classica reginetta di bellezza diventa una ribelle che lotta contro ogni forma di disuguaglianza e stereotipo sulle donne. Il secondo romanzo intitolato

“Burning Questions” è invece un affresco storico sul movimento di liberazione della donna grazie a cui la protagonista si emancipa e prende coscienza di se stessa e del proprio valore . Dobbiamo poi infine ricordare il suo terzo romanzo intitolato “On the Stroll” dove in chiave poetica la Shulman esplora l‘universo delle shopping-bag ladies ossia quelle donne senza tetto anziane e sole che vivono a New York. Lo stile ironico caretterizza anche le sue opere più recenti come dove una coppia invita una star della letteratura a vivere con loro nella loro casa.

Le memorie

Oltre ai romanzi e ai saggi quello che colpisce della produzione letteraria di Alix Kates Shulman sono anche i memoir. Negli anni 90 infatti la celebre scrittrice femminista si è dedicata infatti a libri più autobiografici in cui abbandona per un periodo quella fiction che aveva contraddistinto i suoi romanzi. Il primo è “Drinking the Rain” dove la Shulman parla della sua esperienza di vita alla scoperta della solitudine su un’isola al largo della costa del Maine in cui nonn aveva telefono ed elettricità.

In “A Good Enough Daughter” invece si parla della sua vita e dei suoi genitori che torna ad assistere in vecchiaia fino alla morte. Una menzione la merita poi anche “To Love What Is” che è il racconto della esperienza di vita della Shulman accanto al marito rimasto gravemente celebroleso dopo un drammatico incidente. Il tutto all’insegna di una passione amorosa che non si è mai spenta nonostante l’accaduto.

Stefano Delle Cave

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