Benvenuti nell’universo femminile di LetteralMente Donna. Faremo un viaggio nella Sicilia degli anni 60′ per raccontarvi un fatto che ha cambiato la coscienza civile. Parleremo di stupro, di processi, di leggi e del coraggio di ribellarsi alla consuetudine. Abbiamo dedicato la puntata di oggi a Franca Viola e alla sua storia.

“Per i delitti preveduti dal capo primo e dall’articolo 530, il matrimonio, che l’autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali”

fonte ilpost.it

Oggi può sembrare incredibile ma questo era il testo dell’articolo 544 previsto dal nostro codice penale. Una legge che sarà abrogata solo nel 1981 mentre solo nel 1996 lo stupro sarà considerato un reato contro la persona e “non più delitto contro la moralità pubblica e il buon costume”. Per tanto prima del 1981 se la donna vittima di stupro acconsentiva a sposare il proprio aguzzino il reato incredibilmente si estingueva. È un fatto questo importante per capire la storia di Franca Viola . Stiamo parlando infatti della prima donna che coraggiosamente si oppose al matrimonio riparatore facendo condannare i suoi stupratori ed aprendo una discussione politica e civile che culminò il 5 agosto 1981 con l’entrata in vigore della legge 442 e l‘abolizione del delitto d’onore e del matrimonio riparatore.

Francia Viola, il rapimento e il coraggioso no

Franca Viola, palermopost.it

Nel 1964 Franca Viola aveva 16 anni e senza il consenso dei genitori si era fidanzata con Filippo Melodia. Questi era un giovane nipote del mafioso Vincenzo Rimi ed era stato arrestato per furto e per la sua appartenenza alla mafia. Per questo Bernardo, il padre di Franca, si era opposto con tutte le sue forze al fidanzamento nonostante diversi attacchi subiti dal Melodia come la distruzione di una casa di campagna e di un vigneto. Poi il 26 dicembre 1965 Filippo Melodia fa irruzione a casa di Franca e la rapisce con alcuni complici insieme al fratellino dopo aver picchiato la madre.

Il piccolo fu rilasciato quasi subito mentre Franca rimase prigioniera e tenuta a digiuno per 8 giorni prima in un casolare di campagna e poi a casa della sorella di Melodia. “Rimasi digiuna per giorni e giorni. Lui mi dileggiava e provocava. Dopo una settimana abusò di me. Ero a letto, in stato di semi-incoscienza”, raccontò la stessa Franca Viola come riportato da Enciclopedia delle donne. Prima della sua liberazione la famiglia di Melodia trattò con il padre di Franca il suo matrimonio con Filippo mettendolo di fronte al fatto compiuto. Dopo un finto acconsentimento consigliato dalla polizia, Franca venne liberata e Melodia e i suoi complici arrestati

Quando però secondo l’assurda legge dell’epoca le fu proposto il matrimonio riparatore Franca Viola rifiutò con coraggio nonostante la concezione patriarcale della società siciliana dell’epoca. “Non fu difficile decidere Mio padre Bernardo venne a prendermi con la barba lunga di una settimana: non potevo radermi se non c’eri tu, mi disse. Cosa vuoi fare, Franca. Non voglio sposarlo. Va bene: tu metti una mano io ne metto cento. Questa frase mi disse. Basta che tu sia felice, non mi interessa altro. Mi riportò a casa e la fatica grande l’ha fatta lui, non io. È stato lui a sopportare che nessuno lo salutasse più, che gli amici suoi sparissero. La vergogna, il disonore. Lui a testa alta”, raccontò in seguito Franca come si legge sulla rivista Collettiva. Si andò allora al processo che si concluse con la condanna di Melodia e dei sui complici.

Un fatto epocale

Il coraggioso rifiuto di Franca Viola fu un fatto epocale che accese un enorme dibattito pubblico su una legge assurda e vergognosa. A nulla valsero i tentativi della difesa di Melodia di far passare lo stupro di Franca come una fuitina di innamorati screditando la stessa vittima e facendola passare come una donna che aveva già avuto rapporti sessuali con l’accusato. Quello di Franca Viola fu un infatti vero e proprio atto di emancipazione femminile che diede il via ad una rivoluzione civile e sociale. Molte donne infatti, sull’esempio di Francia, rifiutarono il matrimonio riparatore. La Viola fu poi nominata dal presidente Giorgio Napolitano l’8 marzo 2014 Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.

Stefano Delle Cave

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