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Settembre 18, 2024, mercoledì

Dopo la nascita di un figlio il 18% delle donne è fuori il mercato del lavoro

Quanto emerge dal “Rapporto Plus 2022: Comprendere la complessità del lavoro” , il 18% delle donne è fuori il mercato del lavoro dopo la maternità ed è un dato preoccupante. Dopo la nascita di un figlio quasi 1 donna su 5 non lavora più.

Il 18% delle donne dopo la maternità resta fuori dal mondo del lavoro

Licia Ronzulli al Parlamento Europeo di Strasburgo – Ph Crediti EPA/Christophe Karaba

Dopo la maternità quasi 1 donna su 5 (18%) tra 18 e i 49 anni non lavora più. Solo il 49% permane nella sua posizione lavorativa, inoltre il dato scende drasticamente al sud dove solo il 29% delle neo-mamme resta nell’occupazione. Tra le motivazioni più frequenti c’è la mancanza di riuscire a conciliare lavoro e cura del bambino, ma anche il mancato rinnovo del contratto o il licenziamento e le valutazioni di convenienza economica.

È quanto emerge dal “Rapporto Plus 2022: Comprendere la complessità del lavoro” presentato a Roma poco prima della Giornata internazionale della donna. Il dato raccoglie i risultati dell’indagine Inapp-Plus condotta su un campione di 45.000 individui dai 18 ai 74 anni . Il presidente dell’Inapp-Plus, come riportato dall’AGI, ha commentato il dato:

Il Paese non può più sopportare, oltre alla ‘fuga di cervelli’, anche questa altra forma di dispersione del capitale umano legata alla mancata valorizzazione e sostegno dell’occupazione femminile.

Questi dati, uniti a quelli relativi all’utilizzo dei congedi parentali (68,6% per le donne contro il 26,9% degli uomini) rinsalda un modello familiare che relega la componente femminile nel ruolo di caregiver con evidenti ripercussioni occupazionali e retributive. Per arginare il problema e poter conciliare lavoro e cura dei figli un quarto degli intervistati ritiene fondamentale un orario di lavoro più flessibile, mentre un 10% indica la possibilità di lavorare in smart working.

Le principali cause dell’abbandono

Tra le cause principali dell’abbandono al mondo occupazionale per le neo-mamme pesano le condizioni familiari, l’istruzione e i servizi welfare. Resta il peso della poca disponibilità e accessibilità, anche economica, degli asili nido.

Tra coloro che invece mandano i figli al nido, poco meno della metà  ha usufruito del servizio pubblico mentre la maggior parte ha fatto ricorso a strutture nido private. Per le famiglie che non possono farsi carico di tutti gli impegni di cura dei figli, i nonni sembrano essere l’alternativa più utilizzata. Si tratta di un’opzione economicamente vantaggiosa e in generale flessibile. La risorsa principale del “welfare-fai-da-te” è soprattutto utilizzata al sud (63%).

Secondo il rapporto il titolo di studio protegge solo in parte dalla perdita del lavoro. Restano nel mercato del lavoro sicuramente le più istruite, il 65% delle laureate, ma smette di lavorare comunque oltre il 16% di loro, contro il 21% delle madri con la licenza media.

Simona Alba

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