Nello spazio di LetteralMente Donna una donna che pur scomparendo precocemente ha saputo lasciare il segno della storia con i suoi record femminili conquistati in aviazione diventando una pioniera del volo. La donna è Amelia Earhart e questa è la sua storia.
Amelia Earhart, l’amore per il volo
“Quando raggiunsi la quota di due o trecento piedi, seppi che dovevo volare”
Così Amelia Earhart, come riportato da Enciclopedia delle donne, racconta il suo primo volo da passeggera nel 1920 con il pilota Frank Hawks a Long Beach. Dopo quell’ascensione di 10 minuti la Earhart decise, infatti, di prendere lezioni di volo assecondando quell’appena nata passione che le avrebbe cambiato la vita. A istrurila fu la pilota Neta Stook che in seguito disse di lei, come riportato da Focus, “Non mi ha dato molto da fare. Si alzava da terra e volava. Tutto qui”. Parole che dimostrano come la Earhart fosse un vero e proprio talento naturale.
Un’indole che la aiutò e la spinse ad eccellere in un’epoca difficile per le donne che le volessero impegnarsi nell’aviazione. A quel tempo in fatti le donne che volevano diventare pilota non potevano accedere all’addestramento militare come i colleghi uomini e dovevano pertanto pagarsi da se la pratica area negli aereoclub. Per questo la Earhart per pagarsi le lezioni di volo fece i lavori più diversi finchè la madre, investendo una piccola eredità, le comprò il suo primo aereo con il quale iniziò a guadagnarsi da vivere compiendo le prime strabilianti acrobazie.
I record e la trasvolata dell’Atlantico
Tra gli anni venti e gli anni 30′ la Earhart si distinse conquistando diversi record mondiali di velocità e di altitudine ma l’impresa che la fece diventare un’autentica star fu la trasvolata dell’Atlantico del 1932. Bisogna dire che prima di allora la Earhart aveva già attraversato l’Atlantico in volo nel 1928 partecipando al viaggio di Wilmer Sturz e Louis Gordon. Un volo in cui, come raccontato da lei stessa, ebbe un ruolo secondario. Disse infatti la Earhart che “Wilmer pilotò per quasi tutto il tempo. Io ero solo un bagaglio, venni trasportata come un sacco di patate”. Quell’imprese fece di lei una sorta di reginetta dell’aria, ruolo che contribuì ad accrescere nel 1932 diventando la prima donna in solitaria a compiere una trasvolata atlantica da Terranova all’Irlanda del Nord in sole 15 ore.
A questo seguirono poi altri grandi voli in solitaria come quelli dalle Hawaii alla California, da Los Angeles a Città del Messico. Esperienze grazie a cui era diventata famosa, come racconta la sua biografa Cristina De Stefano, per “la sua guida disinvolta e i suoi atterraggi al limite dell’incidente”. Elementi che sottolineano una forte intraprendenza come il fatto che” le piacesse fare lo slalom con l’aereo fra gli alberi, passare bassa sotto i fili del telefono. E usava la radio quasi solo per ascoltare la musica”. Fatti che potrebbero aver segnato anche il suo ultimo tragico volo.
Il giro del mondo e la scomparsa
Nel 1937 insieme al navigatore Fred Noonan decise di realizzare il giro del mondo a bordo di un aereo. L’impresa era già stata realizzata da un team statunitense nel 1924 ma Amelia Earhart decise di rendere il tutto notevolmente interessante scegliendo di percorrere 47000 km sulla linea dell’Equatore. Per il viaggio fu scelto un Lockheed Modello 10 Electra ma il primo tentativo non andò a buon fine a causa di alcuni guasti. Poi nel giugno del 1937 la Earhart e Noon partirono da Miami compiendo diversi scali che li portarono in Papa Nuova Guinea compiendo con successo gran parte del viaggio. La tappa successiva, dopo la partenza del 2 luglio, sarebbe stata l’isola Howland tra la Australia e le Hawaii ma non ci arrivarono mai.
Amelia Earahrt e Fred Noon scomparvero quel giorno dopo un ultimo contatto radio in cui riferirono alla nave che avrebbe dovuto guidarli fino ad Howland un quasi esaurimento del carburante e di come non riuscissero a trovare terra. La celebre aviatrice venne poi dichiarata legalmente morta il 5 gennaio 1939 dopo 2 anni di costose e infruttuose ricerche. La scomparsa a soli 40 anni contribuì non poco ad aumentare il mito di questa celebre donna divenuta anche un cold case degli Stati Uniti visto che sulla sua sparizione sono state fatte diverse ipotesi senza mai arrivare ad una conclusione definitiva.
Stefano Delle Cave
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