“Amsterdam”: la Rivoluzione francese di David O. Russel

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Di Marta Millauro

Sembrerebbe un racconto fantastico, animato da personaggi bizzarri, rivoluzionari, sognatori. David O. Russel sceglie il linguaggio del grottesco per la sua ultima fatica “Amsterdam“, un film che accompagna lo spettatore in tutta serenità verso un finale tagliente, che scompiglia. Un’opera in crescendo, che svela con garbo i volti noti dei suoi protagonisti. Tra i colori tenui e il leggero rumore delle sue riprese c’è un trio che si anima per la ricerca della verità, della bellezza. Christian Bale, Margot Robbie e John David Washigton costituiscono il motore di una storia, che di fatto riguarda tutta l’umanità.

In “Amsterdam” c’è l’America della Prima Guerra Mondiale, quella di soldati spediti in Europa e di reduci mal ridotti alle prese con i traumi della violenza. Tra ferite, sangue e proiettili, il medico Burt Berendsen, il futuro avvocato Harold Woodsman e l’infermiera Valerie Voze stringono un rapporto indissolubile, che li “tormenterà” per il resto della loro vita. Il protagonista di questa tragicommedia dall’indole gialla è uno e trino. Coincidenza vuole che sia proprio il regista a ricordarci come di fatto “ognuno nella propria vita decida di seguire un Dio“; messaggio che esplode poco prima dei titoli di coda, quando le dittature politiche europee si svelano a una nazione che stava già festeggiando i valorosi soldati battutosi per la libertà.

“Amsterdam”: un sogno di libertà

Christian Bale, Margot Robbie e John David Washigton in “Amsterdam” – Photo Credits: 20th Century Studios

Ogni storia che si rispetti ha almeno un motivo valido per essere raccontata. Nel caso di “Amsterdam” si fatica a trovarne solo uno. Non appena il film prende vita sul grande schermo il regista avverte che buona parte dei fatti raccontati sono realmente accaduti. Una premessa che incuriosisce, che sfida lo spettatore. Dopo pochi minuti si ha, però, la sensazione di essere capitati in una dimensione quasi surreale, con protagonisti strampalati, denotati da una fisicità malformata e da atteggiamenti alquanto ambigui. Ogni volta che viene introdotto un nuovo personaggio pare che la storia diventi più drammatica, ma così non è. Nonostante il macabro, il cadavere di Bill Meekins (Ed Begley), l’autopsia da parte di Irma (Zoe Saldana) e l’investimento in auto di Liz Meekins (Taylor Swift), si conserva un’atmosfera scevra da ogni inquietudine.

C’è un caso da risolvere, un omicidio che nasconde qualcosa di grande. Sembrerebbe una ricerca personale, quella che due amici decidono di intraprendere per compiere con successo il lavoro che gli è stato commissionato, eppure le cose precipitano velocemente. Burt (Christian Bale) e Harold (John David Washigton) si ritrovano improvvisamente coinvolti in un nuovo delitto. I due fuggono da una banda di malviventi che gli da la caccia, ma a questo punto la storia non può semplicemente andare avanti, deve tornare indietro, agli anni che permisero la nascita di questa coppia alle prese con la giustizia. E’ una storia nella storia, come lo sono i sogni nella vita di ciascuno di noi. E, a proposito di sogni, ecco arrivare la graziosa, quanto estrosa Valerie (Margot Robbie), infermiera di guerra che aspira alla pace, alla bellezza, all’arte e all’amore.

Robert De Niro in “Amsterdam” – Photo Credits: 20th Century Studios

La giovane realizza il suo sogno guarendo dalle ferite di guerra gli allora giovani Burt e Harold, arruolati in Francia con l’esercito statunitense. Quando la guerra si affievolisce i tre si trasferiscono ad “Amsterdam“, capitale olandese in cui è possibile vivere, essere liberi. “Amsterdam” diventa la città simbolo della pace, dove sorseggiare bicchieri di vino, ballare e cantare in compagnia. E’ una sorta di territorio magico, un sogno che interrompe la dura realtà. L’amicizia, la solidarietà, la gentilezza sbiadiscono il triste ricordo della guerra. Quando ci si risveglia dai sogni e si abbandona questo territorio franco, la realtà appare, invece, traumatica. La ciclicità della storia viene, però, in contro ai nostri personaggi. Per uno strano gioco del destino il trio si ricongiunge in Patria e gli ideali di libertà riprendono ad animare una storia complessa.

Aiutato dalla voce autoritaria del generale Gil Dillenbeck (Robert De Niro) il personaggio Uno e Trino riesce a scovare il meccanismo contorno che si nasconde dietro due semplici omicidi. Non si tratta più di una storia, ma della Storia. La solidarietà sconfigge un nemico che è avaro di potere, che non si accontenta della ricchezza, ma ne vuole creare dell’altra con la distruzione, con le disuguaglianze, con la corruzione. Si può partire per “Amsterdam“, oppure si può rimanere dove si è. Finche si è uniti, il sogno continua. “Liberté, Égalité, Fraternité!”.

Marta Millauro

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