Cinema

Anna Magnani, Marilyn Monroe e il David

In occasione del compleanno di Anna Magnani, ricordiamo quel 14 maggio 1959 in cui, a New York, consegnò il premio nientemeno che a Marilyn Monroe.

La consegna del premio

Marilyn Monroe riceve il David di Donatello come Miglior attrice straniera alla presenza di Anna Magnani

Il 14 maggio 1959 una piccola folla di curiosi si era recata presso l’Istituto Italiano di Cultura a New York per assistere ad un evento più unico che raro. La presenza di due dive diversissime ma ugualmente talentuose, in cui una omaggiava l’altra.
Anna Magnani giunse nel luogo deputato con in mano un grande mazzo di rose bianche, da consegnare, assieme al David di Donatello come Miglior attrice straniera, a Marilyn Monroe.

Il premio fu consegnato alla presenza del “padrone di casa”, il prof. Filippo Donnini, ed era in riferimento al film Il principe e la ballerina del 1958, in cui la Monroe aveva recitato a fianco di Laurence Olivier.
Era uno dei pochi ruoli drammatici che l’attrice statunitense, dopo La tua bocca brucia e Niagara, tornava ad interpretare. Segno evidente che, dismessi i panni della bionda svampita che Hollywood le aveva cucito addosso, Marilyn poteva dare prova del suo talento a prescindere dal ruolo.

Con un ritardo di solo mezz’ora, che per l’attrice significava quasi essere ampiamente in anticipo, Marilyn giunse all’Istituto assieme al terzo marito, il drammaturgo Arthur Miller.
Quest’ultimo stava già lavorando alla sceneggiatura de Gli spostati, dove la moglie recitò al fianco di Clark Gable e che fu a tutti gli effetti il suo ultimo film (se non contiamo Something’s got to give, rimasto incompiuto a causa dell’improvvisa morte della donna a soli 36 anni).

Anna Magnani e Marilyn Monroe: diversa bellezza, stesso talento

Marilyn Monroe e Anna Magnani alla consegna del premio - immagine web
Marilyn Monroe e Anna Magnani alla consegna del premio – immagine web

Da una parte abbiamo il simbolo immortale di Hollywood, dall’altra quello del Neorealismo. Per una Marilyn Monroe, elegantemente vestita di nero e raggiante, abbiamo una Anna Magnani con indosso un castigato cappotto fantasia e sul volto la serietà del ruolo di ambasciatrice per un giorno. Alla capigliatura bionda tutta boccoli più famosa della storia corrisponde il nero corvino dal sapore mediterraneo.

Due idoli immortali del cinema internazionale, ognuna cara alla propria nazione e fondamentale per l’industria globale. Quella stessa industria che, dimostrando una modernità ante litteram, scelse come rappresentanti due donne anziché due uomini.
Due donne che erano l’emblema vivente di un’americanità e un’italianità audace, autentica, verace.

Un incontro, questo, che dimostrò l’eterna collaborazione tra il cinema italiano e quello hollywoodiano, ognuno grato alla tradizione dell’altro. D’altronde gli Stati Uniti riconobbero il talento nostrano già nel 1956, quando premiarono con l’Oscar proprio Anna Magnani per La rosa tatuata. Fu la prima attrice non madrelingua inglese a ricevere il premio in una produzione statunitense.

Una grande dimostrazione di rispetto e stima reciproca da parte di due mondi e due modi di fare cinema all’apparenza lontanissimi, ma che erano e sono imprescindibili e indissolubili tra loro.

Chiara Cozzi

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